Avete presente Revolution, quel film con Al Pacino che è costretto a fare la volpe in una caccia organizzata da annoiati e incipriati nobili inglesi in trasferta nel nuovo mondo? Ecco, un gruppo di giovani-futuraclassedirigente ha organizzato un bel remake e lo ha postato, come i tempi moderni esigono, su youtube.
La differenza è una e bella grossa. A fare la volpe non ci sta Al Pacino, ma i "chavs". I chavs sono giovani, bianchi, poveri, ma, soprattutto, burini. Hanno il cappello da baseball in testa, le nike ai piedi, rigorosamente in tuta e con qualche pendaglio al collo à la 50cents. Le ragazze invece, biondine e palliduccie, emulano J.Lo, strillano per le strade e spingono passeggini fumando sigarette. Sono il bersaglio di una nazione. I comici trascurano i politici per dedicarsi ai chavs; e qualche primo ministro, riconoscente, dà una mano.
Quello che la ferrea legge del politicamente corretto proibisce nei riguardi delle minoranze etniche e religiose è concesso, anzi è proprio uno sport nazionale, verso l'ultima delle classi sociali. Il titolo del video è, quindi, azzeccatissimo: class wars, guerre di classe. Perchè non ci si limita allo sfottò (tanto più odioso perchè è lo sfottò del potente), si usa la repressione per chi "si comporta in modo antisociale", si produce emarginazione economica tagliando sui servizi sociali. Tanto quegli altri, i chavs, non si rendono conto di essere lo zimbello di una nazione, si gloriano del loro accento da gangster e non passa loro nemmeno per l'anticamera del cervello di essere delle vittime.
E non inganni il tono severo e moralista del giornalista della bbc. Un tocco di ipocrisia non guasta.
La differenza è una e bella grossa. A fare la volpe non ci sta Al Pacino, ma i "chavs". I chavs sono giovani, bianchi, poveri, ma, soprattutto, burini. Hanno il cappello da baseball in testa, le nike ai piedi, rigorosamente in tuta e con qualche pendaglio al collo à la 50cents. Le ragazze invece, biondine e palliduccie, emulano J.Lo, strillano per le strade e spingono passeggini fumando sigarette. Sono il bersaglio di una nazione. I comici trascurano i politici per dedicarsi ai chavs; e qualche primo ministro, riconoscente, dà una mano.
Quello che la ferrea legge del politicamente corretto proibisce nei riguardi delle minoranze etniche e religiose è concesso, anzi è proprio uno sport nazionale, verso l'ultima delle classi sociali. Il titolo del video è, quindi, azzeccatissimo: class wars, guerre di classe. Perchè non ci si limita allo sfottò (tanto più odioso perchè è lo sfottò del potente), si usa la repressione per chi "si comporta in modo antisociale", si produce emarginazione economica tagliando sui servizi sociali. Tanto quegli altri, i chavs, non si rendono conto di essere lo zimbello di una nazione, si gloriano del loro accento da gangster e non passa loro nemmeno per l'anticamera del cervello di essere delle vittime.
E non inganni il tono severo e moralista del giornalista della bbc. Un tocco di ipocrisia non guasta.