Le sue compagne sono Super-Pia e Indivia e sono ottiche diplomate. Hanno brevettato una crema speciale da spalmare sugli specchi, in modo che il malcapitato frate, quando di prima mattina si lava la faccia, non veda più i propri piccoli difettucci (il bitorzolo sul naso, il pelo ribelle che spunta dai timpani delle orecchie, il dente mezzo ritorto...) e si senta il più bello di tutto il convento. Lo scherzo delle due diavolesse non sarebbe completo senza le loro lenti colorate, che si divertono a sostituire a quelle degli occhiali delle loro vittime. Se un frate è tanto sfortunato da inforcarle, vede tutto il mondo nero e triste e quando incappa in un confratello gli pare così brutto e antipatico che gli passa la voglia di salutarlo.
Il più terribile dei quattro è, però, il Dappaura. Lui sussurra all'orecchio del povero domenicano i più terribili incubi, che non spariscono con il sonno, ma che gli rimangono appiccicati addosso tutto il giorno, così che il fraticello se ne va in giro tutto tremebondo, sospettando i suoi confratelli delle più crudeli macchinazioni ai suoi danni, complotti e calunnie sulla scorta delle più insignificanti e casuali parole. Il disgraziato si ritrova prigioniero di una giungla di fantasmi e illusioni, che pare quasi senza speranza di salvezza.
Il gruppetto di malnati è scortato da un cagnolino bastardo e rabbioso, metà chihuaha metà segugio, che si chiama V for Vendetta - Vi per gli amici. Vi morsica i polpacci di tutti quegli che gli capitano a tiro e, quando i tre demoni hanno terminato la loro opera malvagia e sono sgusciati via, azzanna il pollicione del fraticello, lo sveglia in malomodo e sparisce in un battibaleno lasciandolo tutto arrabbiato.
La notte di Valpurga i tre demoni di san Domenico si riuniscono sotto il tavolo da biliardo della sala comune dello studentato e organizzano un gran Sabba. La mattina dopo il convento è trasformato in un deserto polveroso. Nei corridoi spuntano spinosi tumbleweed, nell'aria risuona l'armonica di Charles Bronson. Il mezzogiorno è di fuoco e se due frati si incrociano, si danno appuntamento all'Ok Corral. Il mattino dopo la notte di Valpurga, in convento tira una brutta aria.
Ma quando sembra arrivato il momento dello showdown e i tre luciferini abitanti del convento già si sfregano le mani, succede sempre qualcosa di magico. Un frate, magari credendo di entrare in un saloon, finisce in cappella e gli viene la tentazione di fare una preghierina. Credetemi, le preghierine dette in una cappella scambiata per un saloon fanno miracoli.
Per esempio: ti si rompe una tubatura (e questo è il primo miracolo, visto che i tubi del nostro convento sono a prova di bomba). Mentre l'acqua che ne esce comincia ad irrigare il deserto, per ripararla devi chiedere aiuto al primo che passa, e cioè ai tuoi arci-nemici, i fratelli Dalton, che si mettono subito a disposizione (e questo è il secondo miracolo): Joe dà gli ordini, Jack e William ubbidiscono, Averell si perde in dispensa tra i pop-corn e i cookies alla nocciola (che rimanga qualche biscotto per la serata è il terzo miracolo). Intanto, tra le dune e fate morgane spirituali, è comparso - lemme lemme - fra Savino con il suo innaffiatoio rosso a innaffiare fiori e tronchetti della felicità (ma questo non è un miracolo).
Quando il sole picchia, capita che l'unico posto libero dell'osteria sia quello al bancone tra il Brutto e il Cattivo. Il Cattivo, che poi così cattivo non lo è mai stato, ti offre un gin-tonic (quarto miracolo) e il Brutto, con quel suo sguardo affascinante e con quel suo carisma da mattatore, ti racconta barzellette così divertenti e raffinate, che ti viene il sospetto che il Brutto, non solo non sia poi così brutto, ma sia pure un tipo sveglio (quinto e sesto miracolo).
Dopo due partite a poker e una disfide a stecca, finisce che si decide un'uscita insieme al cinema (settimo miracolo), ché danno El Grinta. Un gruppo di frati che esce per le strade di Bologna diretto al più vicino cinematografo sembra sempre un mucchio selvaggio, però, in fin dei conti - ti capita di pensare - sono dei bravi ragazzi.
Le ombre si distendono e scende ormai la sera, quando il deserto diventa un giardino. I frati si sgonfiano, la crema da specchi si scioglie e le lenti si puliscono. Ora la compagnia dei demoni, invece di sfregarsi le mani, si rode il fegato. Dovrà riprende ancora una volta il suo sporco lavoro: ma che fatica di Sisifo!
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