sabato 29 dicembre 2012

Il lucernario



Tutto è buio e attende. Le luci sono spente. Nessuno fiata.


E' strana una chiesa così. Quando ci si riunisce in assemblea, la sala è sempre illuminata e si vede chiaro il volto di ciascuno, così da poterne scrutare ogni espressione, anche quell'impercettibile movimento del volto che tradisce la più piccola delle emozioni. La situazione è sotto controllo e niente ci può sorprendere, quando tutto è illuminato.

Nella vita, però, non è mai così. Fatichiamo a comprendere quello che accade in torno a noi. Siamo cattivi aruspici e i presagi che il mondo ci regala rimangono indecifrati. L'angoscia per il futuro ci fa da compagna. La paura per noi e per i nostri affetti attanaglia le notti e scaccia il sonno.

mercoledì 12 dicembre 2012

Scola e la politica dello spirito


Nel suo recente discorso alla città, il cardinal Scola ha criticato a chiare lettere la laicità intesa come una neutralità dello stato verso il fenomeno religioso. Ecco il passaggio più significativo:
Lo Stato, sostituendosi alla società civile, scivola, anche se in maniera preterintenzionale, verso quella posizione fondativa che la laicité intendeva rigettare, un tempo occupata dal “religioso”. Sotto una parvenza di neutralità e oggettività delle leggi, si cela e si diffonde – almeno nei fatti – una cultura fortemente connotata da una visione secolarizzata dell’uomo e del mondo, priva di apertura al trascendente. In una società plurale essa è in se stessa legittima ma solo come una tra le altre. Se però lo Stato la fa propria finisce inevitabilmente per limitare la libertà religiosa.
Il ragionamento di Scola non risulta pienamente comprensibile se non si coglie quel presupposto antropologico secondo cui uno dei fondamenti imprescindibili della persona umana è la sua apertura a ciò che la trascende, all'Altro da sè, a Dio. Una vita piena, realizzata, felice ha, cioè, come elemento necessario la coltivazione della propria dimensione religiosa. Lo stato, proprio come non è indifferente alla salute, alla cultura e all'espressione artistica dei suoi cittadini, - al punto da promuoverle attraverso iniziative di carattere sportivo, musei, mostre, corsi formativi di varia natura e non discriminando chi non ne fosse interessato -, così dovrebbe favorire anche la loro vita spirituale.

martedì 4 dicembre 2012

Stagioni


La mia montagna è come un desiderio insoddisfatto, un traguardo mai raggiunto e un'ascesa che non è mai abbastanza.

"Stagioni" di Rigorni Stern mi fa tornare la nostalgia di qualcosa che ho assaggiato e mai avuto davvero.

E' lì la mia casa e lì sono le mie radici e tutta la mia vita è come un viaggio di ritorno che, forse, non si compirà mai.
Anzi, si compirà certamente, perché i piedi dell'uomo sono fatti per calpestare i pascoli, le sue gambe per inerpicarsi lungo i sentieri, le sue mani per accarezzare la roccia, i suoi occhi per abbacinarsi di fronte all'orizzonte, i suoi polmoni per respirare l'aria delle vette.

Bibliografia: Rigoni Stern, Stagioni

martedì 27 novembre 2012

Terremoto


Il terremoto della scorsa primavera ha scosso frati e convento. Confratelli vicini e lontani hanno pregato per noi e si sono informati delle nostre condizioni... abbiamo rassicurato tutti: le statue dell'Arca stanno tutte bene e i frati anche.


Il terremoto ha smosso solo un po' di polvere accumulata tra i cornicioni e i lampadari e che si è depositata lungo i corridoi - polvere tanto antica, che a stento siamo riusciti a trattanere il padre Boschi, che è l'archeologo conventuale, dall'aprire uno scavo.

Più gravi e drammatiche sono state le conseguenze del terremoto nel resto dell'Emilia: chiese, case, fabbriche, municipo distrutti e danneggiati. 27 morti. Dalle chiese senza più tetto si alzava una lamentazione verso il cielo e tra le macerie serpeggiava la domanda: "perché?"

martedì 20 novembre 2012

Cattolici in rete

Trai tanti compiti, più o meno piacevoli, che mi sono stati affidati da quando sono arrivato nel convento di Bologna, c'è anche quello di curare il sito conventuale. E siccome da cosa nasce cosa, è stato presto deciso di dedicare anche una pagina web all'Arca, quel capolavoro artistico che custodisce le spoglie mortali del fondatore del nostro ordine. Io, da parte mia, ho aperto, a titolo sperimentale, perfino una pagina facebook del convento.

A forza di smanettare tra pagine http e codici html, ho incominciato a riflettere criticamente sulla presenza dei cattolici sul web e a chiedermi cosa ci facessero lì... I siti cattolici sono una galassia enorme e confusa, un brodo primordiale in cui è possibile trovare di tutto e di più.

venerdì 2 novembre 2012

Più vicino che l'Inghilterra

Se c'è una persona che mi ha fatto da padre nell'Ordine dei Predicatori, questo è fra Denis Geraghty.

Ero da poco atterrato a Londra, pieno di pensieri e preoccupazioni per il futuro. Mi ero deciso, su invito di alcuni confessori, a cercare un direttore spirituale. Il cappellano della mia università era dell'Opus Dei e celebrava messa alle dieci della domenica mattina. Non ci misi un secondo a depennarlo dalla lista. Il parroco di Copenaghen street era simpatico, irlandese e tanto, troppo, impegnato. I gesuiti si erano stabiliti dal'altra parte della città. Il convento dei domenicani, invece, stava a Chalk Farm, un paio di fermate a nord di King's Cross, dove abitavo. Così decisi di fare una capatina laggiù.

lunedì 22 ottobre 2012

Ordinati a Dio

Nell'onore sia Dio la vostra gioia, nella tristezza la vostra consolazione e nell'angoscia la vostra difesa.  Nel digiuno sia Dio il vostro cibo, nella povertà la vostra abbondanza, nella malattia la vostra medicina più salutare. Se avete fame, sia Lui il vostro banchetto; se avete sete, sia Lui il vostro vino forte; se siete nudi, sia Lui il vostro vestito; se siete malati, sia Lui il vostro medico; se vegliate, sia Lui il vostro giaciglio; se siete stanchi per il lungo viaggio, sia Lui il vostro riposo e l'ombra per la vostra sosta.

Sia Dio lo specchio del vostro cuore col quale riflettete, sia il sigillo con il quale imprimete, sia la via che percorrete, sia la gemma che vi adorna, sia la fonte che vi lava, sia il pane che vi ristora, sia la pastiglia che vi guarisce, sia la chiave che apre a Lui i vostri cuori e li chiude al mondo.

Amate ciò che Dio ama e odiate ciò che egli odia.


Cercate sempre di avere un intelletto che conosca Dio, una volontà che lo ami, un'attenzione che lo cerchi, una sapienza che lo trovi, una conversazione che gli sia gradita, una perseveranza che lo aspetti fiduciosa.

Che ancora, fratelli?

Adoriamo la potenza di Dio, ammiriamone la sapienza, amiamone la clemenza, desideriamone la bellezza, lasciamoci sedurre dalla sua dolcezza, veneriamone l'eternità, imitiamone l'umiltà, indaghiamone la grandezza, lodiamone la perfezione, speriamone la misericordia, temiamone la giustizia.

(Umberto di Romans, quinto maestro generale dell'Ordine dei Predicatori, 1200 circa - 1277)

domenica 30 settembre 2012

In ginocchio da te

Confesso: quel gesto così ostentato, quasi sfacciato irritava anche me. Poi, a pensarci bene, mi sono venuti in mente alcuni episodi evangelici, storie di persone derelitte - lebbrosi, padri e madri in pena per i figli, ciechi, l'emorroissa... - che cadono ai piedi di Cristo implorando misericordia e salvezza. E Cristo li guarda e dice: "Alzati! la tua fede ti ha salvato."

Allo stesso modo, chi si inginocchia nel ricevere l'Eucarestia sembra invocare: "Signore, salvami!" E dopo aver mangiato del Suo corpo, si rialza perché la salvezza è entrata in lui; perché, da morto che era, è stato reso partecipe della vita divina; perché ora ha forza e gambe e coraggio per camminare. Il gesto di inginocchiarsi prendendo la comunione, è carico di significato e bellezza.


E', piuttosto, quello di inginocchiarsi dopo essersi comunicati - mi sia consentita la piccola provocazione - ad essere poco sensato: sei stato rialzato, perché torni ad abbassarti? Hai ricevuto la vita, perché stai come un morto? Hai ricevuto la libertà, perché ti comporti da schiavo? Tutto il tuo corpo partecipa di Dio, davanti a chi ti inginocchi? Invece di imporare, ringrazia! Invece di abbatterti, esulta! Non è il momento di chinare il capo, ma di cantare a voce alta - insieme agli angeli tutti - la risurrezione di cui sei stato reso parte.

lunedì 2 luglio 2012

2 povertà

Nel vangelo di Marco si possono scovare alcuni "racconti paralleli": la meraviglia dell'indemoniato della sinagoga di Cafarnao e quella dei parenti di Gesù; la suocera di Pietro e la figlia dell'arcisinagogo - che Cristo ha preso per mano e rialzato - e il giovane ricco e la povera vecchia al tempio.

lunedì 25 giugno 2012

Un piccolo folle progetto

In cella ho un'unica immagine di santo. L'ho trovata in un baule polveroso del convento di Chieri ed è una foto grande come un i-pad, in bianco e nero come un i-pad, su supporto di polistirolo a sandwich tra due cartoncini sottili, quasi come un i-pad. La foto ritrae un frate con l'aria seria e con la chierica e la prima cosa che ho pensato è che quel frate doveva essere uno un po' pazzo. Non sapevo ancora che quel frate era Marie Jean-Joseph Alcide Lataste, che - in effetti - era un frate originale, di quelli che piacciono a me.

Lataste era un francese, sia l'esattore delle tasse (e io faccio sempre il tifo per gli esattori delle tasse), sia il volontario della san Vincenzo. A 21 anni si innamora follemente (e non poteva essere altrimenti, trattandosi di un tipo pazzerello) di Leonide, che all'epoca aveva non più di 16 anni. Il padre di Alcide si mette di mezzo, ritiene che i due siano troppo giovani (come dargli torto?) e traffica per far trasferire il figlio. Ci riesce. Lataste finisce a riscuotere imposte a Pau e non rivedrà più Leonide, che morirà due anni dopo. Siamo nel 1855.

mercoledì 13 giugno 2012

Dress Code


Lui mi scruta e mi conosce, sa quando seggo e quando mi alzo, quando cammino e quando riposo. Penetra da lontano i miei pensieri e gli sono note tutte le mie vie: La mia parola non è ancora sulla lingua, che Lui già la conosce tutta.

Mi circonda alle spalle e di fronte e su di me pone la sua mano. E' lui che ha creato le mie viscere e mi ha tessuto nel seno di mia madre. Mi ha fatto come un prodigio - e tutte le sue opere sono stupende.

Non gli erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i suoi occhi. Lui conosceva tutti i miei giorni quando non ne esisteva ancora uno.


Di fronte a Lui non serve indossare lo smoking. Di fronte a Lui non si può che vestirsi per quello che si è.

Bibliografia: Salmo 138.

lunedì 4 giugno 2012

3croci

1. Cimabue
Lungo la parete destra ho incastrato nell'ordine: l'armadio Aspelund, tre metri ondeggianti di truciolato su cui svetta un valigione verde silvestre, la scrivania Lasse, sormontata da una vasta e semivuota libreria, e un attaccapanni ricoperto di maglie, cappotti e stracci. Ho piazzato la poltrona sfondata tra la porta e il comodino. Alla parete di fronte, Malm, la cassettiera, alta poco più di un metro, misura lo spazio che passa tra la finestra e il lavandino. Sopra la cassettiera, c'è una candela della sagrestia di fra Ludovico, ad illuminare un'icona di Nostro Signore coronata da tre fotografie di Sua Madre: l'immagine di una vetrata che raffigura Domenico ai piedi di Maria, la Madonna del Rosario di Moncalvo, un mosaico di padre Rupnik. Sopra questa piccola collezione di immagini sacre capeggia un poster del Crocifisso di Cimabue.

domenica 27 maggio 2012

Microstoria di una vocazione

Raccontare la propria vocazione è un'impresa difficile: troppi sono i fatti, gli episodi grandi e piccoli, le parole ascoltate e rimaste impresse nella memoria - tralasciando, poi, tutte le sensazioni, i sentimenti, i pensieri, le riflessioni che hanno dato senso e colore alle esperienze vissute - per riuscire a discernere i momenti decisivi di una Chiamata. Così, ogni volta che racconto la mia vocazione la racconto in un modo diverso, e ogni volta ho la sensazione di non esserle stato pienamente fedele.

Comincia così il racconto del mio ingresso nell'Ordine dei Predicatori che è stato pubblicato sul nuovissimo sito del Convento San Domenico di Bologna, in cui è possibile trovare una miriade di informazioni spirituali, artistiche e personali su noi frati, oltre, ovviamente, alle iniziative che organizziamo (e per quest'estate ce ne sono di appassionantissime!)...

 Credo, però, di poter tratteggiare il succo della mia storia vocazionale racchiudendola in due singoli episodi dall'apparenza banale.

domenica 20 maggio 2012

Un anno di Gioventù Domenicana

C'è una cosa di cui mi sono convinto: se uno vuole conoscere la spiritualità domenicana, il posto migliore è la Sala del Fuoco, ogni venerdì dalle ore venti. Precisamente lì, a quell'ora più o meno, si ritrova la GD, Gioventù (in senso lato, visto che l'età media sia aggira intorno ai trenta) Domenicana (in senso assoluto, visto che di Domenico portano tutti i lineamenti spirituali).

In ritiro all'abbazia di Praglia

Ho avuto la fortuna di aggregarmi al gruppo appena arrivato a Bologna. L'anno precedente - mi hanno raccontato - era stato un po' travagliato, ma a settembre ci si è ritrovati con tanti volti nuovi e tanto entusiasmo. Il programma di lavoro si presentava prelibato: una cena (cucinata da Michele, che nella vita fa il frate, l'artista e il cuoco), la condivisione di un libro (il Gesù di Nazareth di Bendetto XVI) come antipasto al dibattito moderato da padre Daniele, che è un po' il gentleman della spiritualità domenicana in salsa bolognese.

lunedì 14 maggio 2012

Domande prima di lapidare

Tra il 27 e il 28 aprile, un manipolo di intrepidi frati studenti si è recato a Roma per un incontro di formazione insieme alle juniores domenicane in Italia. La relatrice era sr Antonia Maria Chinello e il tema era nientepopodimenoche "l'internet".

Ecco qualche mia personalissima riflessione sul tema.

La Rete è qualcosa di più di un semplice strumento di comunicazione: è uno spazio che viviamo e abitiamo. Il fatto che sia uno spazio virtuale non significa che non sia reale. Le relazioni che intessiamo online sono senza dubbio diverse da quelle della vita "in carne ed ossa", ma, non di meno, possiedono una loro consistenza e hanno un concretissimo impatto sul mondo al di qua del monitor.

venerdì 27 aprile 2012

Il perdono non è solo una parola

Avevo pubblicato qualche settimana fa una lettera di Anna dalla Colombia. Eccone una seconda. Si parla della violenza ai danni del popolo colombiano, della lotta per il rispetto della sua dignità, della sua terra e dei suoi diritti, della sua perseveranza nella ricerca della riconciliazione e del perdono. Buona lettura.

Hola amigos y amigas!

inizio a scrivervi mentre risuona nelle mie orecchie il rombo di un elicottero militare che sorvola la città di Popayan. Probabilmente è diretto al nord del Cauca, dove da giorni sono in corso scontri tra esercito e FARC.

"Alla mia bimba piaceva molto guardare gli aerei volare, quando eravamo in città", mi raccontava l'altro giorno un'amica mentre eravamo al parco e, all'udire un aereo solcare il cielo, sua figlia di due anni si rannicchiava tra le sue braccia stringendosi forte a lei, "ma ora che siamo tornati a vivere a casa nostra, in una zona rurale, dove spesso ci sono azioni dell'esercito e dagli elicotteri partono raffiche di mitra, ha molta paura e corre a nascondersi quando ne sente il rumore".

sabato 21 aprile 2012

11 tesi sulla povertà religiosa

Ho condensato in undici brevi tesi la mia riflessione sulla povertà religiosa. Vogliono essere una ricapitolazione di quello che ho meditato, letto e  vissuto negli ultimi dieci anni rispetto a questo tema, ma anche un punto di partenza per future considerazioni.

1. La povertà è essenzialmente mancanza di libertà. La povertà materiale è un aspetto importante, ma non esclusivo, dell'incapacità di fare delle scelte. Scegliere liberamente la povertà è, pertanto, impossibile: chi sceglie di vivere da povero, non è autenticamente un povero.

sabato 7 aprile 2012

It's a kind of magic

Di notte si aggira per il convento una combricola di diavoletti. Quando tutto tace, si intrufolano nelle celle dei frati e ne fanno di tutti i colori. Il capo della banda si chiama Borgoglione e la sua arma è una piccola pompa a pressione. Se si vuole divertire, si avvicina al tuo cuscino, ti infila il becco della pompa su per una narice e comincia gonfiarti finchè non diventi tondo come una palla e galleggi a mezz'aria.

venerdì 16 marzo 2012

Il buco nell'anima

Uno potrebbe credere che a studiare filosofia dai domenicani si ammassi una tale quantità di prove e controprove sull'esistenza di Dio da non poter più mettere in discussione nemmeno una virgola degli articoli di fede. Beh, almeno per ora non è così. Anzi, studiando e leggendo, da Tommaso a Gentile, passando per Nietzsche, Severino e le Upanishad, ho apprezzato quanto seri e consistenti siano gli argomenti contro la fede. D'altronde se si vuole imparare a credere con criterio, è forse proprio dalla critica della fede che bisogna incominciare.

lunedì 5 marzo 2012

Cantare il sogno del mondo

Anna, con cui ho avuto la grazia di condividere un importante pezzo della mia vita a Nairobi, è partita a settembre per la Colombia, come volontaria per la Commissione interecclesia di Giustizia e Pace. Ho ricevuto questa sua lettera, che non posso non pubblicare anche qui, sul mio blog, perché tutti la possano leggere e meditare.


Queridos amigos y amigas,

con questa lettera collettiva vi giunga un abbraccio caloroso, impregnato di tutto il calore umano e climatico di cui mi sto inzuppando in queste amate terre colombiane. E con questo messaggio vi giunga anche la forza e il coraggio delle comunità che in Colombia stanno resistendo di fronte ad un sistema di impunità e di violenza, di menzogna e di paura. Sono comunità che quotidianamente mi ricordano che un mondo diverso è possibile, e possiamo costruirlo insieme passo dopo passo.

lunedì 27 febbraio 2012

Roboc o.p.

Una delle cose più gustose che faccio a Bologna è seguire le lezioni di filosofia e teologia del padre Barzaghi. Arriva in aula, scattante, abito, scarpe da tennis e manco un foglio di appunti. Quasi si sdraia sulla sedia. Sul cranio pelato appoggia un braccio, al quale appende l'altro rivoltando il gomito verso la classe. Rotea gli occhio un paio di volte dietro gli occhialoni e dice: "Dunque, la volta scorsa stavamo discutendo di...". Comincia così una lezione filata di un'ora e quaranta, che ordinariamente strabilia abbastanza noi studentelli.

Sarà il ragionare rigoroso e teso come un filo di piombo, la parlata pulita e raffinata, la mimica clownesca, la conoscenza mnemonica, precisa al dettaglio di tutto Tommaso, la capacità di far emergere i fili rossi che legano il pensiero filosofico - partendo dalla scolastica per finire all'idealismo, l'abilità nello svelare paradossi, triturare luoghi comuni e mostrare prospettive teologiche nuove e cariche di significato... però la cosa più stupefacente è che il padre Barzaghi è in grado di riprendere sempre e comunque il discorso nel punto preciso in cui lo aveva lasciato la settimana prima - e nonostante nel mezzo ci siano state almeno una decina di altre lezioni, conferenze, prediche, libri da scrivere etc etc.

martedì 21 febbraio 2012

Una cosa umiliante

Vi è mai capitato di essere imbarazzati per la vostra fede? Avete mai esitato a compiere un gesto di devozione davanti a delle persone non credenti? Come vi sentite quando vi mettete in ginocchio? Vi siete mai vergognati di Cristo? Eppure sta scritto:  
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo. [Mc 8,38]

giovedì 9 febbraio 2012

Gli apoftegmi della neve

Se sulle aride rocce del deserto di Scete fosse mai nevicato, ora potremmo sicuramente leggere tra i detti dei padri un episodio simile a quello capitato a noi frati studenti nel cuore di Bologna.

Nevicava a palate, la mattina del martedì. Noi fraticelli, al termine della messa comunitaria, dirigendoci in refettorio per la colazione, ci fermiamo davanti alle finestre per ammirare lo spettacolo, già pregustando una giornata di studio al calduccio della cella in compagnia di una tazza di orzata bollente, quando si avvicinano il padre priore e il padre economo...

venerdì 3 febbraio 2012

Perché odio la religione, ma amo Gesù

Si intitola così "una poesia" di un ragazzo di 22 anni che si chiama Jefferson Bethke. E io sono assolutamente d'accordo con lui.




lunedì 30 gennaio 2012

Una grande famiglia


Capita una volta ogni tre mesi. E siamo sempre in tre. Due siciliani e un altoatesino. Alle nove di mattina, puntualità tirolese. Il ducato è bianco, scassato e sporco. Non è quello dell'A-Team, ma quasi. Ci montiamo sopra. E partiamo sferraglianti alla volta dell'ipermercato.

mercoledì 25 gennaio 2012

Una parola sporca

Eresia è un termine che non mi piace. Rahner scrive che "sotto il profilo giuridico-ecclesiastico, eretico è definito colui che, dopo il battesimo, e conservando il nome di Cristiano, ostinatamente si rifiuta o pone in dubbio una delle verità che nella fede divina e cattolica si devono credere". E questo è il significato oggettivo della parola. Ma una parola comunica molto di più di quello che oggettivamente significa: ad essa si lega ad un orizzonte di significati e di riferimenti. Alcune parole hanno una memoria storica ed "eresia" ha una brutta storia.

giovedì 19 gennaio 2012

10 domande

Marco, un amico e giornalista dell'AltoAdige, ha deciso di farmi qualche domanda su di me, la mia vocazione e il rapporto tra le mie idee politiche e la fede. Qui si trova l'articolo. Le domande e le risposte originarie, invece, sono qua sotto.