venerdì 2 novembre 2012

Più vicino che l'Inghilterra

Se c'è una persona che mi ha fatto da padre nell'Ordine dei Predicatori, questo è fra Denis Geraghty.

Ero da poco atterrato a Londra, pieno di pensieri e preoccupazioni per il futuro. Mi ero deciso, su invito di alcuni confessori, a cercare un direttore spirituale. Il cappellano della mia università era dell'Opus Dei e celebrava messa alle dieci della domenica mattina. Non ci misi un secondo a depennarlo dalla lista. Il parroco di Copenaghen street era simpatico, irlandese e tanto, troppo, impegnato. I gesuiti si erano stabiliti dal'altra parte della città. Il convento dei domenicani, invece, stava a Chalk Farm, un paio di fermate a nord di King's Cross, dove abitavo. Così decisi di fare una capatina laggiù.


Il convento era gotico e tetro, ricordava il castello di Hogwarts, con quelle guglie appuntite e i merletti e i gargoyles nascosti tra le grondaie. Mi sono infilato in chiesa e di lì in un confessionale. Il prete che mi sono trovato di fronte era una persona saggia e pacata, così gli ho chiesto di diventare il mio direttore spirituale. Mi ha risposto di no, non aveva tempo per questo genere di cose, era il priore... Però ha afferrato un foglio con una lista di nomi e di numeri telefonici e mi ha detto: chiama lui, è un tipo esperto, è la persona giusta per te.

Dopo qualche giorno ho alzato la cornetta e mi ha risposto la voce di un vecchio sdentato. Gli ho spiegato la situazione e lui mi ha detto: "Beh, incontriamoci. Devo valutare se sia il caso di accettare la tua richiesta. Magari non mi vai bene. Oppure io non vado bene a te." Così ci siamo dati un appuntamento.

Denis indossava un vecchio maglione scucito e un paio di pantaloni da lavoro macchiati di colore. Zoppicando leggermente mi ha introdotto in una stanza da ricevimento e ci siamo presentati. Io gli ho scodellato il mio problema: come si fa a vivere da cristiano, senza compromessi. Lui mi ha chiesto se capivo e parlavo l'inglese. Io mi sono quasi offeso. Abbiamo stabilito di incontrarci una volta al mese. Un'ora, perché oltre è troppo.

Lui aveva fatto del counselling nella sua vita precedente. Poi un suo caro amico frate lo aveva invitato ad entrare nell'Ordine. Lui aveva accettato per una settimana, poi - diceva - sarebbe tornato a casa. Dopo una settimana decise di rimanere per altri sette giorni, poi - diceva - sarebbe tornato a casa. E dopo un mese di vita in convento, capì che non se ne sarebbe più tornato.

I primi quattro mesi Denis è stato pazientemente ad ascoltarmi. Io gli raccontavo le mie riflessioni politiche, filosofiche e sociologiche. Gli ponevo tutti i miei dubbi e mi stupii molto il giorno in cui non riuscì a capire come il dubbio potesse essere un elemento imprescindibile della fede. Avevo anche parecchie questioni pratiche da risolvere: come comportarsi in quel caso e come in quell'altro. E lui mi rispondeva con poche parole, di una semplicità sconcertante, che mi lasciavano a bocca aperta, incapace di replicare o di indagare oltre.

Mi consigliò pure un libro: After Virtue, di Alasdair McIntyre. La sua lettura fu fondamentale. Imparai che il criterio di ogni scelta umana è la felicità e che la ricerca della felicità ci conduce a Dio e ci insegna come dobbiamo comportarci più di ogni codice e di ogni casuistica.

Un giorno, però, si stufò delle mie elucubrazioni e sbottò con un bel "basta con tutte queste menate!" Era giunto il momento di smettere di nascondersi dietro una teoria e parlare di me. Erano giorni difficili. Faceva caldo, gli esami si avvicinavano e con essi le preoccupazioni per il lavoro. Uscii scosso da quell'incontro, ma determinato ad andare avanti.

Da allora, le nostre conversazioni diventarono un mettersi a nudo molto faticoso. Quello che imparai fu il coraggio di prendere per le corna i miei sentimenti. Poco dopo trovai il coraggio di intraprendere il mio cammino vocazionale.

Quando gli comunicai la mia decisione, Denis non fece una piega. Mi diede in mano un altro libro, the Office of the Hours, ordinandomi di abituarmi a leggerlo. Poi mi disse che sarei diventato un buon prete.

Da quando ho lasciato Londra, non l'ho più rivisto. Gli ho scritto una cartolina una volta all'anno. Quando feci la mia professione semplice, mi spedì un pacchettino con un piccolo crocifisso che ora pende e tintinna dalla mia porta.

Padre Denis è morto lunedì 22 ottobre. E il regno dei Cieli è più vicino dell'Inghilterra.

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