lunedì 25 giugno 2012

Un piccolo folle progetto

In cella ho un'unica immagine di santo. L'ho trovata in un baule polveroso del convento di Chieri ed è una foto grande come un i-pad, in bianco e nero come un i-pad, su supporto di polistirolo a sandwich tra due cartoncini sottili, quasi come un i-pad. La foto ritrae un frate con l'aria seria e con la chierica e la prima cosa che ho pensato è che quel frate doveva essere uno un po' pazzo. Non sapevo ancora che quel frate era Marie Jean-Joseph Alcide Lataste, che - in effetti - era un frate originale, di quelli che piacciono a me.

Lataste era un francese, sia l'esattore delle tasse (e io faccio sempre il tifo per gli esattori delle tasse), sia il volontario della san Vincenzo. A 21 anni si innamora follemente (e non poteva essere altrimenti, trattandosi di un tipo pazzerello) di Leonide, che all'epoca aveva non più di 16 anni. Il padre di Alcide si mette di mezzo, ritiene che i due siano troppo giovani (come dargli torto?) e traffica per far trasferire il figlio. Ci riesce. Lataste finisce a riscuotere imposte a Pau e non rivedrà più Leonide, che morirà due anni dopo. Siamo nel 1855.

mercoledì 13 giugno 2012

Dress Code


Lui mi scruta e mi conosce, sa quando seggo e quando mi alzo, quando cammino e quando riposo. Penetra da lontano i miei pensieri e gli sono note tutte le mie vie: La mia parola non è ancora sulla lingua, che Lui già la conosce tutta.

Mi circonda alle spalle e di fronte e su di me pone la sua mano. E' lui che ha creato le mie viscere e mi ha tessuto nel seno di mia madre. Mi ha fatto come un prodigio - e tutte le sue opere sono stupende.

Non gli erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i suoi occhi. Lui conosceva tutti i miei giorni quando non ne esisteva ancora uno.


Di fronte a Lui non serve indossare lo smoking. Di fronte a Lui non si può che vestirsi per quello che si è.

Bibliografia: Salmo 138.

lunedì 4 giugno 2012

3croci

1. Cimabue
Lungo la parete destra ho incastrato nell'ordine: l'armadio Aspelund, tre metri ondeggianti di truciolato su cui svetta un valigione verde silvestre, la scrivania Lasse, sormontata da una vasta e semivuota libreria, e un attaccapanni ricoperto di maglie, cappotti e stracci. Ho piazzato la poltrona sfondata tra la porta e il comodino. Alla parete di fronte, Malm, la cassettiera, alta poco più di un metro, misura lo spazio che passa tra la finestra e il lavandino. Sopra la cassettiera, c'è una candela della sagrestia di fra Ludovico, ad illuminare un'icona di Nostro Signore coronata da tre fotografie di Sua Madre: l'immagine di una vetrata che raffigura Domenico ai piedi di Maria, la Madonna del Rosario di Moncalvo, un mosaico di padre Rupnik. Sopra questa piccola collezione di immagini sacre capeggia un poster del Crocifisso di Cimabue.