lunedì 25 giugno 2012

Un piccolo folle progetto

In cella ho un'unica immagine di santo. L'ho trovata in un baule polveroso del convento di Chieri ed è una foto grande come un i-pad, in bianco e nero come un i-pad, su supporto di polistirolo a sandwich tra due cartoncini sottili, quasi come un i-pad. La foto ritrae un frate con l'aria seria e con la chierica e la prima cosa che ho pensato è che quel frate doveva essere uno un po' pazzo. Non sapevo ancora che quel frate era Marie Jean-Joseph Alcide Lataste, che - in effetti - era un frate originale, di quelli che piacciono a me.

Lataste era un francese, sia l'esattore delle tasse (e io faccio sempre il tifo per gli esattori delle tasse), sia il volontario della san Vincenzo. A 21 anni si innamora follemente (e non poteva essere altrimenti, trattandosi di un tipo pazzerello) di Leonide, che all'epoca aveva non più di 16 anni. Il padre di Alcide si mette di mezzo, ritiene che i due siano troppo giovani (come dargli torto?) e traffica per far trasferire il figlio. Ci riesce. Lataste finisce a riscuotere imposte a Pau e non rivedrà più Leonide, che morirà due anni dopo. Siamo nel 1855.


Nel 1857 decide di diventare domenicano. Appena ordinato sacerdote gli capitò tra capo e collo uno di quegli incarichi noiosi che vengono sempre appioppati alle matricole: predicare una settimana di esercizi nel carcere femminile di Cadillac. Il letto è scomodo, l'aria umida, il clima tetro, il vitto insipido e Lataste è un tipo malaticcio. Le carcerate sono quelle che sono: brutte, sporche e cattive. A pensarci bene uno quasi rimpiange gli esercizi per i novizi (che sono pure loro brutti, sporchi e cattivi, ma almeno si dorme e si mangia come si deve).

Lataste, però, si mette di buzzo buono e prepara il predichino (su Osea, capirai...) alle criminali, le quali, poverine, ne avrebbero avuto già abbastanza da sopportare per conto loro. Dopo il predichino, padre Jean-Joseph ascolta le loro confessioni. Ed è qui che succede qualcosa. Un piccolo miracolo: il frate si converte. Conosce i dolori e i drammi delle detenute di Cadillac, le loro storie e la loro solitudine. Lataste intravede la bellezza di queste donne, che sembrano così terribilmente brutte, sporche e cattive. Il secondo miracolo è l'adorazione eucaristica. Il frate le aveva invitate a vivere la loro carcerazione come monache di clausura (che più o meno fanno la stessa vitaccia), scegliendo la loro condizione coatta con un atto di donazione a Dio. Uno normale direbbe: figuriamoci... e invece all'adorazione ci sono tutte, tutta la notte. Meglio che le monache di clausura!

Alcune di loro, in seguito agli esercizi di padre Lataste, esprimono il desiderio di consacrarsi pubblicamente e formalmente, ed è così che nasce un piccolo, folle progetto.
Se é vero che Dio non guarda al passato, che «non serve nulla essere stata virtuosa se non lo si é più e che non ha nessuna importanza di essere stata peccatrice se non lo si é più», nella struttura della Chiesa le persone, troppo spesso, rimangono bollate dal proprio passato. Non era possibile nell’800, per una donna che avesse avuto esperienze di prostituzione, carcere, sesso, di entrare in convento. Al massimo, poteva entrare a far parte di una comunità di «pentite», segnate a vita come ex-peccatrici. Ora Padre Lataste aveva predicato il contrario.

Naturalmente questo piccolo, folle progetto - una congregazione religiosa di ex-delinquenti - incontra la resistenza dei confratelli più posati e saggi. Non si addice. Non sta bene. Che pazza idea! Ma quando ad un frate originale come Lataste, si uniscono una suora tosta come madre Enrica-Domenica (e una che si chiama Enrica-Domenica non può che essere tostissima) e una santa che vanta qualche primato importante come Maria Maddalena (e no, non mi riferisco alla vendite in libreria...), nemmeno il provinciale più ostinato può resistere. Nascono così le Domenicane di Betania.

Lataste muore il 10 marzo 1869. E' stato beatificato il 3 giugno 2012. E ora guarda sornione dall'alto degli scaffali della mia libreria, facendo l'occhiolino quando io non guardo.

1 commento:

Uomovivo ha detto...

Immagina un casco di capelli argentato un po' spelato. E mettici gli occhiali.

...È Barzaghi.