domenica 20 gennaio 2013

Terra Santa

Ho avuto il privilegio di trascorrere i primi sei giorni di gennaio in Terra Santa. Penso sia un modo molto speciale per iniziare l'anno, nella speranza che continui così: sulle orme di Cristo.


E' stata la mia prima volta e tutto era nuovo. Ecco le considerazioni di un pellegrino di primo pelo:

1. A parte Gerusalemme, in Terra Santa non c'è nulla che valga la pena vedere per sé: un lago inquinato e un fiume acquitrinoso; quattro ruderi romani e tante brutte chiese degli anni '30; colline spelacchiate, sabbia, sassi. Eppure tutto è meraviglioso, tutto acquista senso, bellezza e interesse perché viene visto con gli occhi della fede: quello è il mare su cui ha camminato Gesù, quello è il fiume in cui è stato battezzato, quelle sono le pietre su cui ha camminato quando era ragazzo o nelle sue ultime ore di vita, quella è la collina su cui ha predicato o pregato, quello il deserto dove pregava.

domenica 13 gennaio 2013

Perché facciamo il male?

Hans Jonas ebbe modo di scrivere che Auschwitz, e tutto ciò che questo nome rappresenta, ha cambiato il nostro modo di concepire Dio. E' sicuramente così, ma è anche vero che ha cambiato il modo con cui l'uomo vede se stesso. La nostra capacità di fare il male ci lascia sgomenti. Non paiono esserci limiti: i record di crudeltà che la storia ci ha tramandato vengono polverizzati da atrocità sempre più sofisticate, che rivelano nuove profondità negli abissi del cuore umano.

Alla domanda non si sfugge: perché facciamo il male?

Una prima risposta potrebbe essere questa: perché siamo costretti a farlo. E' la nostra stessa natura che ci spinge a farlo, perché è debole, difettosa, malvagia. Questa risposta nega la libertà umana (di fare o non fare il male) e ci libera da ogni responsabilità rispetto alle nostre azioni cattive.