domenica 30 settembre 2012

In ginocchio da te

Confesso: quel gesto così ostentato, quasi sfacciato irritava anche me. Poi, a pensarci bene, mi sono venuti in mente alcuni episodi evangelici, storie di persone derelitte - lebbrosi, padri e madri in pena per i figli, ciechi, l'emorroissa... - che cadono ai piedi di Cristo implorando misericordia e salvezza. E Cristo li guarda e dice: "Alzati! la tua fede ti ha salvato."

Allo stesso modo, chi si inginocchia nel ricevere l'Eucarestia sembra invocare: "Signore, salvami!" E dopo aver mangiato del Suo corpo, si rialza perché la salvezza è entrata in lui; perché, da morto che era, è stato reso partecipe della vita divina; perché ora ha forza e gambe e coraggio per camminare. Il gesto di inginocchiarsi prendendo la comunione, è carico di significato e bellezza.


E', piuttosto, quello di inginocchiarsi dopo essersi comunicati - mi sia consentita la piccola provocazione - ad essere poco sensato: sei stato rialzato, perché torni ad abbassarti? Hai ricevuto la vita, perché stai come un morto? Hai ricevuto la libertà, perché ti comporti da schiavo? Tutto il tuo corpo partecipa di Dio, davanti a chi ti inginocchi? Invece di imporare, ringrazia! Invece di abbatterti, esulta! Non è il momento di chinare il capo, ma di cantare a voce alta - insieme agli angeli tutti - la risurrezione di cui sei stato reso parte.