Allo stesso modo, chi si inginocchia nel ricevere l'Eucarestia sembra invocare: "Signore, salvami!" E dopo aver mangiato del Suo corpo, si rialza perché la salvezza è entrata in lui; perché, da morto che era, è stato reso partecipe della vita divina; perché ora ha forza e gambe e coraggio per camminare. Il gesto di inginocchiarsi prendendo la comunione, è carico di significato e bellezza.
E', piuttosto, quello di inginocchiarsi dopo essersi comunicati - mi sia consentita la piccola provocazione - ad essere poco sensato: sei stato rialzato, perché torni ad abbassarti? Hai ricevuto la vita, perché stai come un morto? Hai ricevuto la libertà, perché ti comporti da schiavo? Tutto il tuo corpo partecipa di Dio, davanti a chi ti inginocchi? Invece di imporare, ringrazia! Invece di abbatterti, esulta! Non è il momento di chinare il capo, ma di cantare a voce alta - insieme agli angeli tutti - la risurrezione di cui sei stato reso parte.
5 commenti:
Scena tosta...
E accetto la provocazione: perché inginocchiarsi deve essere segno di abbattimento, di schiavitù?
Ci sarà tempo di cantare, di correre, di condividere con i fratelli la nostra gioia, fra qualche minuto...ma in quel momento, chi può contenere lo stupore? chi non sente le gambe che tremano, davanti a quel miracolo che vuol dire avere Gesù dentro di noi, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità...in quel momento, davanti ad un gesto di umiltà così stravolgente, io rimango un po' perplessa, che ti devo dire. Vedo il Re dell'universo abbassarsi fino a quel punto...ed mi sento piccola piccola. E' un mistero enorme, che mi avvolge, e per qualche minuto devo stare così, in silenzio. Devo chiudere gli occhi del corpo, per poter spalancare quelli dell'anima. E' come quando si chiudono gli occhi nei momenti più belli...allora non sei straneo a quello che ti succede, ma al contrario, sei così "dentro" che il corpo accompagna quei sentimenti. Dopo la comunione, io mi inginocchio, chiudo gli occhi...e amo.
Bentornato!
Grazie per il bel commento e per il bentornato.
però voglio continuare con la mia piccola provocazione: i gesti che facciamo hanno un significato, esprimono ciò che abbiamo dentro esteriormente, con il corpo.
Stare in piedi significa qualcosa di diverso dallo stare in ginocchio, lo stare seduto dallo stare sdraiato.
Il gesto della meditazione, dell'ascolto esteriore ed interiore, del raccoglimento è quello dello stare seduti, piuttosto che dello stare in ginocchio. Eppure tu scegli di stare in ginocchio, perchè?
E' bello interrogarsi sui gesti che facciamo. Ci aiuta a focalizzare di più le nostre motivazioni.
In effetto, i gesti esprimono ciò che abbiamo dentro.
Per me, stare in ginocchio esprime diverse cose.
Adorazione, perché sebbene Gesù è dentro di me, e anche davanti, e anche dentro le persone che mi circondano, io lo adoro profondamente in quel momento più che in altri. Mi metto davanti all'altare del mio cuore, e non posso non essere in ginocchio.
Poi anche molta confusione. Vedendo Gesù che si abbassa così tanto, vorrei non solo essere in ginocchio, ma postrarmi per terra! Come per dirGli: Tu fai questo per me, io voglio fare altrettanto. Tu mi dai tutto, io ti do tutto.
Poi, essere in ginocchio per me è riferito alle cose più sacre. Sono seduta anche in pullman, al lavoro, a cena...sono in ginocchio davanti a Dio, davanti ai miei figli quando devo abbassarmi fino a loro, davanti a qualcuno che per terra implora il mio aiuto. E' come il segno di togliere i sandali che fu chiesto a Mosè: per me, stare in ginocchio è togliere i sandali davanti alla terra sacra del Mistero.
Infine, per me, la posizione in ginocchio mi aiuta nel raccoglimento. Quando faccio adorazione, passo quasi tutto il tempo in ginocchio, mi trovo meglio. Dopo quando mi alzo sembro un robot, ma quella è un'altra storia... :-)
non sei la sola ad essere robotica! guarda qua:
http://www.refatti.blogspot.it/2012/02/roboc-op.html
Grazie!!! Ne approfitterò sicuramente dei video. Interessantìssimi!
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