lunedì 27 febbraio 2012

Roboc o.p.

Una delle cose più gustose che faccio a Bologna è seguire le lezioni di filosofia e teologia del padre Barzaghi. Arriva in aula, scattante, abito, scarpe da tennis e manco un foglio di appunti. Quasi si sdraia sulla sedia. Sul cranio pelato appoggia un braccio, al quale appende l'altro rivoltando il gomito verso la classe. Rotea gli occhio un paio di volte dietro gli occhialoni e dice: "Dunque, la volta scorsa stavamo discutendo di...". Comincia così una lezione filata di un'ora e quaranta, che ordinariamente strabilia abbastanza noi studentelli.

Sarà il ragionare rigoroso e teso come un filo di piombo, la parlata pulita e raffinata, la mimica clownesca, la conoscenza mnemonica, precisa al dettaglio di tutto Tommaso, la capacità di far emergere i fili rossi che legano il pensiero filosofico - partendo dalla scolastica per finire all'idealismo, l'abilità nello svelare paradossi, triturare luoghi comuni e mostrare prospettive teologiche nuove e cariche di significato... però la cosa più stupefacente è che il padre Barzaghi è in grado di riprendere sempre e comunque il discorso nel punto preciso in cui lo aveva lasciato la settimana prima - e nonostante nel mezzo ci siano state almeno una decina di altre lezioni, conferenze, prediche, libri da scrivere etc etc.

martedì 21 febbraio 2012

Una cosa umiliante

Vi è mai capitato di essere imbarazzati per la vostra fede? Avete mai esitato a compiere un gesto di devozione davanti a delle persone non credenti? Come vi sentite quando vi mettete in ginocchio? Vi siete mai vergognati di Cristo? Eppure sta scritto:  
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo. [Mc 8,38]

giovedì 9 febbraio 2012

Gli apoftegmi della neve

Se sulle aride rocce del deserto di Scete fosse mai nevicato, ora potremmo sicuramente leggere tra i detti dei padri un episodio simile a quello capitato a noi frati studenti nel cuore di Bologna.

Nevicava a palate, la mattina del martedì. Noi fraticelli, al termine della messa comunitaria, dirigendoci in refettorio per la colazione, ci fermiamo davanti alle finestre per ammirare lo spettacolo, già pregustando una giornata di studio al calduccio della cella in compagnia di una tazza di orzata bollente, quando si avvicinano il padre priore e il padre economo...

venerdì 3 febbraio 2012

Perché odio la religione, ma amo Gesù

Si intitola così "una poesia" di un ragazzo di 22 anni che si chiama Jefferson Bethke. E io sono assolutamente d'accordo con lui.