Da fine marzo a fine luglio ho vissuto nel convento domenicano del Cairo allo scopo di imparare l'arabo e di iniziarmi alla conoscenza dell'Islam.
Avvicinarsi l'Islam non è sicuramente cosa facile, è un percorso irto di ostacoli, il primo dei quali è sicuramente la lingua. L'arabo non è la lingua di tutti i musulmani - probabilmente la maggioranza non lo parla affatto - però è la lingua del Corano, della Sunna e dei più importanti commentari, delle opere teologiche e canoniche classiche. Conoscerlo è quindi tanto importante, quanto impegnativo. Il vocabolario, ad esempio, non è indoeuropeo e sono poche le parole imparentate al latino o al greco o al tedesco. Inoltre è ricchissimo, comprendendo diversi sinonimi per lo stesso concetto. Due sono le parole che ho imparato per dire "zanzara", altrettante per dire "coda". Molte lettere sono sconosciute all'orecchio europeo, introducendo sonorità inaudite, come la "ع" - ain - una lettera che riproduce il verso del cammello, e distinzioni quasi impercettibili tra diversi tipi di "h" o di "z". La scrittura non è vocalizzata e la lettura delle vocali varia a seconda dalla posizione grammaticale della parola. I plurali sono irregolari. Dulcis in fundo, la gente comune parla dialetti tra loro molto differenti, mentre i giornali, la letteratura e molti programmi televisivi sono in arabo classico, diverso a sua volta dall'arabo del Corano.
Avvicinarsi l'Islam non è sicuramente cosa facile, è un percorso irto di ostacoli, il primo dei quali è sicuramente la lingua. L'arabo non è la lingua di tutti i musulmani - probabilmente la maggioranza non lo parla affatto - però è la lingua del Corano, della Sunna e dei più importanti commentari, delle opere teologiche e canoniche classiche. Conoscerlo è quindi tanto importante, quanto impegnativo. Il vocabolario, ad esempio, non è indoeuropeo e sono poche le parole imparentate al latino o al greco o al tedesco. Inoltre è ricchissimo, comprendendo diversi sinonimi per lo stesso concetto. Due sono le parole che ho imparato per dire "zanzara", altrettante per dire "coda". Molte lettere sono sconosciute all'orecchio europeo, introducendo sonorità inaudite, come la "ع" - ain - una lettera che riproduce il verso del cammello, e distinzioni quasi impercettibili tra diversi tipi di "h" o di "z". La scrittura non è vocalizzata e la lettura delle vocali varia a seconda dalla posizione grammaticale della parola. I plurali sono irregolari. Dulcis in fundo, la gente comune parla dialetti tra loro molto differenti, mentre i giornali, la letteratura e molti programmi televisivi sono in arabo classico, diverso a sua volta dall'arabo del Corano.