venerdì 8 agosto 2014

La montagna sacra

1. La Muqattam è una grande arida montagna che sovrasta il Cairo a sud est. Il suo nome significa "tagliata" e, in effetti, è divisa da tre profonde fenditure.



2. I copti la venerano con particolare devozione e la considerano oggetto di un miracolo avvenuto nell'anno 979 sotto il califfato del fatimida Al Muiz. Un giorno, il califfo venne a sapere che nel Vangelo è riportato il detto di Gesù secondo il quale chi ha una fede grande quanto un granello di senape può spostare le montagne. Desideroso di ottenere una prova definitiva sulla verità o falsità del cristianesimo, fece chiamare a corte il papa Abram e gli ordinò di spostare la montagna. Se non ci fosse riuscito, la falsità del cristianesimo sarebbe stata comprovata, per cui i cristiani si sarebbero dovuti convertire all'Islam, abbandonare l'Egitto o accettare la morte a colpi di spada.


Il papa Abram indisse tre giorni di preghiera e digiuno. All'alba del terzo giorno, gli apparve in visione Maria, Madre di Dio, che lo rassicurò e gli ordinò di uscire dalla Porta di ferro, presso la quale avrebbe incontrato un uomo guercio con una caraffa in mano. Per sua intercessione, spiegò la Madonna, il miracolo si sarebbe compiuto. Il papa fece come gli era stato detto, incontrò Simone il ciabattino e gli raccontò la sua visione.

Simone era un uomo povero ed umile, mite, pronto nel soccorre il prossimo e devoto nella preghiera. Da giovane, e con il temperamento focoso di quella parte del mondo, si era cavato un occhio, dopo aver visto la caviglia di una bellissima fanciulla mentre le rammendava la calzatura.

Il calzolaio cieco da un occhio assicurò il papa della sua preghiera e gli consigliò di salire sulla montagna in professione solenne, di amministrare i santi sacramenti, di cantare quattrocento volte "Kyrie Eleison" e di adorare la croce del Signore. Dopo aver ripetuto tutto ciò tre volte, la Montagna si sposterà, garantì Simone.

E così avvenne. Ci fu un grande terremoto, la montagna si spaccò in tre e si alzò in cielo fino a che non si vide il sole sotto di essa. Il Califfo affermò che la fede dei cristiani è veritiera e fece ristrutturare la chiesa di san Macario.

3. Abbarbicata alle falde della montagna è sorta una tetra città di edifici alti, dai mattoni a nudo, le strade strette, ripide e fangose. La città è abitata dagli zuballini, gli uomini dell'immondizia. Escono dalla Muqattam con i loro carretti trainati dagli asini e con i loro pick-up colorati di rosso e con i camion grandi e sferraglianti. Vi ritornano traboccanti del pattume raccolto lungo le vie del Cairo. Abbandonano i loro carichi ai piedi delle case, dove, selezionati per genere e specie, vengono preparati al riciclaggio.

La città degli zuballini ha qualcosa di infernale. L'odore acre dell'immondizia bruciata appesta l'aria, respirata da uomini e mosche e dalle capre sui tetti. Ai bordi dei vicoli, dove il sole è oscurato dai palazzi,  i bambini giocano, gli anziani fumano il narghilè, uomini e donne smistano i rifiuti o li ammassano nei seminterrati o gli tirano in alto, in balle pesanti verso i piani alti delle loro case.

Giunti nel cuore della città degli zuballini, si svolta a sinistra, si passa sotto un portico, guardato da due anziani seduti su due seggiole di plastica, dopo il quale la strada si fa di asfalto e la vista, chiusa a sinistra dalla parete rocciosa, si apre a destra verso tutta la città. Passa qualche monaco barbuto a cui giovani e vecchi baciano devotamente la mano. La strada sale ancora - ci sono alberi e citazioni bibliche incise nei muri e nella roccia in caratteri arabi. - fino a sfociare in un grande spiazzo brulicante di giovani, tra tavoli rotondi di pietra protetti da ombrelloni di tela, un bar, un parcheggio, una grande croce. La parete della montagna è ancora altissima, ma è stata incisa da enormi bassorilievi del Signore risorto e della storia sacra.


Nella montagna sono state scavate tre chiese. La prima è adornata su ogni lato da bassorilievi e sorretta al centro da una colonna rocciosa a cui è stata data la forma di una croce. La seconda è più piccola, che sembra una cripta e che è stata dedicata alla Vergine. La più grande è un anfiteatro incastrato nel fianco della montagna, sotto la scultura del Cristo Re e della Sacra Famiglia in fuga verso l'Egitto.

Qui sale la comunità degli zuballini, dal loro piccolo inferno, a radunarsi davanti a questi tre sepolcri aperti, a respirare e a pregare per la liberazione da ogni male.

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