domenica 2 novembre 2014

La fissa della pillola

Mi sono imbattuto in un articolo sulla posizione del magistero della Chiesa cattolica sulla contraccezione. E' stato scritto dalla professoressa Janet Smith e si intitola: Contraception, why not? E' un po' lungo, ma articolato. Ha il tono giusto; presenta, in tutta la loro bellezza, i valori che il magistero ecclesiale cerca di promuovere. Non è roba da bacchettoni. Leggetelo, se potete, magari anche un paragrafo alla volta.

Io, però, ne vorrei parlare per un altra ragione, per un aspetto che trovo problematico e che è comune a molta parte del discorso sociale cattolico. Ciò che mi disturba di Contraception, why not? è che fa risalire tutti i problemi della contemporaneità alla famigerata pillola.


La povertà minorile? E' colpa della pillola. L'aumento dei divorzi? E' colpa della pillola. Tua figlia si è messa con un deficiente? E' colpa della pillola. Tuo figlio non trova nessuna che se lo fili? Ovviamente, i suoi brufoli, le sue mefitiche scarpe da tennis e la sua insana ossessione per i videogames non c'entrano: è colpa della pillola!

Una delle cose che ho imparato a Scienze Politiche è diffidare delle spiegazioni monocausali. Ogni fenomeno sociale è complesso. Ci sono cause scatenanti, intervenienti, permissive. C'è il genio del singolo e ci sono le strutture socio-economiche. Per capire il mondo, bisogna cercare di comprendere le cause nella loro ampiezza. Non basta sceglierne una, quella che ci gusta di più.

Non discuto: la pillola contraccettiva ha giocato e gioca un ruolo in molte delle cose a cui la professoressa Smith accenna. Ma non basta: in mezzo ci sono state delle guerre mondiali e l'ingresso della donna nel mondo del lavoro e della politica. C'è stata la nascita della società del benessere e la diffusione del mercato in tutti i gangli della nostra vita quotidiana. C'è stata l'alfabetizzazione di massa e la globalizzazione. Non sono bazzecole, da lasciare in nota a fondo pagina nel grande libro sulla contraccezione e il tramonto dell'Occidente.

E' fondamentale prendere in considerazione tutte le strutture di peccato - e non solo una - che favoriscono il male nel mondo. Altrimenti finiamo - come in effetti facciamo - a pensare a compartimenti stagni, incapaci di pensare, sperare e aspirare a una società organicamente e integralmente giusta. Finiamo per dividerci in cattolici pro-life e cattolici F-35. Finiamo per trasformare la Chiesa in un agglomerato di lobbies che combattono alcune battaglie, dimenticandone altre. E' così che si perdono le guerre. E ci si trasforma in padre Pizzarro.



Un'analisi comprensiva e completa, cioè fedele alla realtà, porta invece a un impegno inclusivo, sia dal punto di vista pratico che teorico, per il bene comune, nel rispetto dell'ecologia dell'uomo.

Dobbiamo, piuttosto, essere consapevoli che la promozione della famiglia non può essere disgiunta da quella della pace; che l'ingiustizia sociale ha conseguenze anche rispetto alla paternità e alla maternità; che è ridicolo fare tanto casino per la vita di un embrione, se poi si accetta serenamente che viva in un ambiente inquinato.


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