martedì 8 novembre 2011

Salve Regina

Sarà per via di quella "valle di lacrime" o per via di quell'"esilio", ma a me - e spero di non scandalizzare nessuno - la Salve Regina non è mai davvero piaciuta. Io, dopo tutto, su questa terra non mi trovo poi così male, mi sento quasi a casa e mi pare pure un posto piuttosto carino, che offre un sacco di spunti per lodare il Creatore a chiunque tenga gli occhi aperti (certo, se uno abita ai piedi delle Dolomiti gli viene più facile, ma vuoi che anche nell'hinterland milanese non ci si qualcosa che valga la pena di essere ammirato?).



Però, noi in convento preghiamo la Salve ogni sera. Al termine dei vespri ci mettiamo in processione e la cantiamo attraversando, con passo meditativo, una chiesa fredda e semibuia. Ecco, questo è uno dei momenti più belli della giornata. E' il momento in cui portiamo alla Madre di Dio tutto quello che abbiamo nel cuore, perché lo abbiamo vissuto oppure perché lo abbiamo sentito raccontare, i nostri sentimenti, le nostre preoccupazioni, le nostre riflessioni, i malditesta, il raffreddore, la filosofia e la teologia, i progetti per la serata e per la settimana ventura, la fame, la sete, le voglie, i peccati, la stanchezza, la nostra voce roca, stonata, profonda.

Ecco, è allora che Maria effettivamente ci offre il suo Figlio e tutto il groviglio intimo e quotidiano di un frate si dipana, lo spirito si rasserena, la mente si pacifica e noi, sotto il suo sguardo misericordioso, diventiamo consapevoli che quanto abbiamo vissuto durante il giorno è importante e pieno di senso. E così, con gioia e fiducia, possiamo preparci il domani.

3 commenti:

petroniostefano ha detto...

A me il Salve Regina piace più in latino che in italiano (devo dire che in genere le preferisco tutte in latino, non frequento però le SS. Messe in rito tridentino). Tempo fa lessi una frase che mi piacque molto: "il cattolico non è né pessimista e né ottimista, solo realista" e, natura a parte (sempre piacevole da ammirare), bisogna realisticamente osservare che la vita è difficile. Anche io spesso mi immagino a meditare in un convento (non potrei farlo, perchè sono sposato) ma solo come periodo di ri-tempramento. Stefano

luca ha detto...

caro stefano grazie per il tuo commento.

io confesso che preferisco la messa in lingua volgare, perchè continuo a pensare che capire bene sia importante: le parole della messa (soprattutto la preghiera eucaristica) hanno una grande funzione catechetica a cui rinunciare mi costa.

c'è chi dice anche che un ottimista è un pessimista male informato! ;)

e dove vai a ritemprarti di solito?

aloa

petroniostefano ha detto...

Mi ritempro durante la S. Messa, alterno momenti di forte concentrazione (come durante la liturgia eucaristica) ad altri di riposo, ed in generale ho sempre una sensazione di tranquillità e rilassatezza.
Mi sarebbe sempre piaciuto trascorrere qualche giorno in un convento ma, avendo moglie e figli, non mi è mai stato possibile.
Alla prossima con piacere