venerdì 16 marzo 2012

Il buco nell'anima

Uno potrebbe credere che a studiare filosofia dai domenicani si ammassi una tale quantità di prove e controprove sull'esistenza di Dio da non poter più mettere in discussione nemmeno una virgola degli articoli di fede. Beh, almeno per ora non è così. Anzi, studiando e leggendo, da Tommaso a Gentile, passando per Nietzsche, Severino e le Upanishad, ho apprezzato quanto seri e consistenti siano gli argomenti contro la fede. D'altronde se si vuole imparare a credere con criterio, è forse proprio dalla critica della fede che bisogna incominciare.

Mentre mi interrogavo sulla presunta incompatibilità tra due assoluti, come sono Dio e l'uomo, sono rimasto colpito dal mio atteggiamento interiore di indifferenza verso le ragioni del non-credere. In altre parole, pur mettendo in discussione la fede, sentivo che la mia fede non era in discussione. E allora mi sono chiesto: perché credo?

Prima c'è un dato di fatto: un desiderio, una nostalgia, una sete di trascendenza, di assoluto, di altitudine. Non è la fede, ma è la sua condizione di possibilità. A chi non si trova un buco nell'anima non verrà mai in mente di scrutare i cieli alla ricerca di Dio. Poi viene la mia risposta a questo buco. C'è chi fa finta di niente, c'è chi lo tappa d'immondizia, c'è chi psicologizza: "E' mancanza di affetto". Io credo che come la sete presuppone l'acqua e la fame presuppone il cibo, così anche il desiderio di Dio non può andare deluso.

E allora credo e se la ragione mi dice che Dio è improbabile, io credo comunque e continuo a cercare. Ne va della mia umanità, ne va della mia vita.


9 commenti:

Flip ha detto...

L'uomo nel suo intimo è un cercatore... è sempre alla ricerca! ;)

Gabrio Romano ha detto...

e cmq la ragione non dice che Dio sia improbabile. Hai ragione nel dire che gli argomenti contro la fede sono seri, pur tuttavia dopo Barzaghi sono sempre e pur convinto che tutta la vita di fede è "opus fidei et rationum". ;)

luca ha detto...

x flip: viaggiano i viandanti, viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti, viaggia sua santità (glf) ;)

x gabrio: teologia razionale la devo ancora frequentare, il prossimo anno ti saprò dire quanto convincenti mi paiono le prove dell'esistenza di Dio.

ho però difficoltà a parlare di una ragione in astratto. la ragione è sempre la mia, quindi sempre parziale, sempre soggetta a errore e miglioramento. come tale non nega la mia fede, diciamo che la stimola.

per citare ancora barzaghi: il dubbio è la gelosia del vero!

Anonimo ha detto...

hai veramente ragione: è il desiderio. la nostalgia, l'assoluto, il buco nell'anima a farci cercare Dio e a lasciarci cercare da Lui.
bebe

Gabrio Romano ha detto...

condivido quello che dici, per quanto riguarda le prove dell'esistenza di Dio studia bene Aristotele e Plotino già da adesso: potranno servirti l'anno prossimo. Certamente la ragione non è mai in astratto, però credo che il buon senso sia un patrimonio di tutti (su questo ti rinvio all'inizio del Discorso sul metodo di Cartesio). Evviva il realismo abbasso il relativismo :)

luca ha detto...

x bebe: giusto: "lasciarci cercare da Lui". Ma come accorgersi che siamo stati trovati?

x gabri:"credo che il buon senso sia un patrimonio di tutti". sei un inguaribile ottimista! :P

Gabrio Romano ha detto...

non ho detto che tutti lo usano nel modo piu' logico (il buon senso) ho detto che tutti ce l'hanno. Altrimenti fra l'uomo e l'animale non c'è nessuna differenza. Su questo però, credo che quasi tutti siano concordi :)

Anonimo ha detto...

Hai ragione, è molto difficile accorgersi ed accettare di essere stati trovati, almeno per me è stato così: l'ho capito dopo molti anni passati ad allontanarmi il più che potevo ma il desiderio e la nostalgia di questa difficilissima Presenza erano talmente dentro di me che hanno avuto la meglio. bebe

Luca Gili ha detto...

gran bel post Luca.

Aggiungo nota personale. Nel mio caso l'esperienza del 'buco', o 'sete' ecc. è reale e concreta.
Però non è stabile, come invece è la certezza della ragione.
boh, a me pare di vederla così.
ciao a presto, L.