15.00-17.00
Mi sono seduto vicino al finestrino per vedere Londra sotto di me, ma il cielo era coperto e cosi mi ho aperto il mio libro, l'ho richiuso. Ho chiuso gli occhi e mi sono addormentato.
Quando gli ho riaperti, sotto di me c'erano delle colline verdi di prati e boschi. 'Miseria!' ho pensato 'siamo sopra le downs. Ma dov'è il mare? e perchè voliamo cosi' bassi?'.
Ci metto qualche minuto per realizzare che non stavamo sorvolando il dolce Sussex, ma l'Ile de France, e che ci stavamo preparando all'atterraggio. Comunque mi viene subito una gran voglia di mettermi gli scarponi e camminarle tutte, quelle colline. Peccato che non abbia scarponi con me. Delle due mie paia, uno è in un angolo del sottotetto di Vittorio inviluppato in un sacco nero dell'immondizia. L'altro è nascosto nella cantina dei miei.
E' curioso che il simbolo del mio attuale stato nomade sia l'essere senza scarpe da camminare.
20.00-22.00
Ana e Tomek sono proprio dei grandi, quanto casa loro è piccola. Braciole di agnello, couscous e vino per cena. Poi usciamo. Prima si sale su Belleville, da dove si vede tutta Parigi luccicare. Poi finiamo in un bar. Manco a cercarlo. Due ragazzoni, chitarra e fisarmonica, si mettono a suonare canti tradizionali balcanici.
Bella la vita Parigi. Loro spergiurano che non è sempre cosi', ma io, almeno per oggi, non ci credo.
Si sposano ad agosto, a Belgrado. Chissà se ci potro' essere. Dubito.
venerdì 8 febbraio 2008
giovedì 7 febbraio 2008
La verità (e il domenicano)
In definitiva la verità a cui aspiriamo è Dio, che ha creato tutto e a cui tutto ritorna. Come disse Agostino, i nostri cuori non trovano pace se non in Dio. Dio si rivela a noi nella persona di Cristo. Fatta questa coraggiosa affermazione, dobbiamo acquisire una certa umiltà di fronte a questa verità che è oltre la nostra portata. Questa verità ci è rivelata eppure ci supera. Non possiamo dominarla o semplicemente prenderne possesso. Acquino affermò - e questo è proprio il cuore della sua teologia - 'cosa sia Dio, noi non lo possiamo dire'. Le parole non possono racchiudere Dio, possono solo avvicinare il limite del mistero. Possiamo dire cose vere di Dio. Per esempio, posso dire che Dio è buono, che Dio è uno, che Cristo è risorto dai morti... ma non possiamo veramente sapere cosa significhi. Non posso sapere cosa significhi per Dio essere Dio.
Dire che Dio è oltre la nostra comprensione, non significa che non è possibile affermare alcunchè di vero. Se qualcuno dice che Gesù non esiste, che non è risuscitato dai morti, io credo che abbia torto: posso fare affermazioni che sono vere, ma non posso impacchettare tutto. L'eresia incomincia esattamente quando qualcuno afferma di conoscere l'intera verità. L'eresia consiste nel rinchiudere Dio in una scatola, nel ridurlo in un piccolo abbozzo di verità. Il dogma, al contrario, cerca di allentare la nostra piccola presa possessiva, così che la verità si possa rivelare ancora di più: come disse Agostino, 'Dio è sempre più'. Il dogma mi spinge verso un viaggio verso la verità.
Son ben cosciente che l'uso contemporaneo di dogmatico significa proprio il contrario. Ma si tratta di un malinteso.
mercoledì 6 febbraio 2008
martedì 5 febbraio 2008
La rivoluzione è finita
Ho lasciato il lavoro. Dopodomani lascerò anche Londra. Farò una breve tappa a Parigi e poi mi dritto fino a Taizè, giusto in tempo per l'inizio della quaresima.
Avevo iniziato la mie esperienza come educatore in una casa di sei persone disabili con l'ambizione di imparare a guardare il mondo in una prospettiva diversa e la sicurezza di fare qualcosa di indiscutibilmente "giusto". Volevo fare la rivoluzione cominciando da me.
Ho scoperto, invece, che la purezza delle intenzioni non è cosa di questo mondo e che le bandiere senza macchia sono proprio poche. Ho scoperto di essere il meccanismo di un ingranaggio che punta alla riduzione dell'assistenza ai disabili, quelli stessi che credevo di dover aiutare. Paradossalmente, ogni ora di straordinario gratuito che ho fatto, è stato un aiuto a ridurre le tasse sui capitali finanziari e a tagliare lo stato sociale, perchè la priorità è ridurre la pressione fiscale anche se lo si fa sulla pelle dei disabili.
Posso ringraziare di essermene reso conto. Ho anche imparato quanto sia difficile lavorare con persone così diverse da me (per cultura, età, prospettive) e quanto sia importante dire di no, sapendo bene il perchè e anche se costa e sarebbe più facile dire di sì.
Londra è stata una città che scoppia di opportunità, eppure mi ha fatto sentire un po' solo, anche se ero sempre in mezzo alla gente. Mi è mancata una comunità e una militanza, perchè non si vive di solo lavoro e discoteca. Vado chiedendomi se il futuro sia proprio come Londra.
Ora incomincia un'altra storia e un'altra avventura. Il blog cambierà nome, ragione sociale e frequenza, sempre che sopravviva.
Avevo iniziato la mie esperienza come educatore in una casa di sei persone disabili con l'ambizione di imparare a guardare il mondo in una prospettiva diversa e la sicurezza di fare qualcosa di indiscutibilmente "giusto". Volevo fare la rivoluzione cominciando da me.
Ho scoperto, invece, che la purezza delle intenzioni non è cosa di questo mondo e che le bandiere senza macchia sono proprio poche. Ho scoperto di essere il meccanismo di un ingranaggio che punta alla riduzione dell'assistenza ai disabili, quelli stessi che credevo di dover aiutare. Paradossalmente, ogni ora di straordinario gratuito che ho fatto, è stato un aiuto a ridurre le tasse sui capitali finanziari e a tagliare lo stato sociale, perchè la priorità è ridurre la pressione fiscale anche se lo si fa sulla pelle dei disabili.
Posso ringraziare di essermene reso conto. Ho anche imparato quanto sia difficile lavorare con persone così diverse da me (per cultura, età, prospettive) e quanto sia importante dire di no, sapendo bene il perchè e anche se costa e sarebbe più facile dire di sì.
Londra è stata una città che scoppia di opportunità, eppure mi ha fatto sentire un po' solo, anche se ero sempre in mezzo alla gente. Mi è mancata una comunità e una militanza, perchè non si vive di solo lavoro e discoteca. Vado chiedendomi se il futuro sia proprio come Londra.
Ora incomincia un'altra storia e un'altra avventura. Il blog cambierà nome, ragione sociale e frequenza, sempre che sopravviva.
venerdì 1 febbraio 2008
Blog che fanno pensare, 01-02-08
Qualche settimane fa Innoxius molto gentilmente mi segnalò in una specie di gioco chiamato "Blogger Thinking Award". Ora il gioco è probabilmente finito, il premio è stato assegnato e così sia. Io, oramai fuori tempo massimo, ne approfitto e rilancio. Un pretesto per segnalare qualche blog che sta da tempo tra i miei link ma che non ho mia avuto occasione di pubblicizzare.
1. Berlicche: blog ultra-cattolico, ciellino, conservatore, intollerante, clericalista. L'autore fa probabilmente uso di cilicio. Provare per credere.
2. Oscar Ferrari: blog bolzanino, no peggio, di laivesotto. L'autore coltiva mele che vengono vendute dalla Lidl in tutta la Gran Bretagna, compone canzoni demenziali ed è socio fondatore del Partito Per Tutti. Tutto questo molto prima di Beppe Grillo. Qui si spera che accessorizzi presto il suo blog con feedbruner.
3. Toppe: ora che ci penso è l'unico blog femminile in lingua italiana che leggo regolarmente. Io sarò un maschilista esterofilo, però Toppe è una signora di blog, un mondo con poesia. Anche in questo caso feedburner è urgente.
4. Cuoredicane: blog anarcociciclista, già anarconanista (poi, quando pare, è andato in ciclo-tour di nozze). L'autore fa probabilmente uso di manette e frustini. A volte è geniale, ma non si applica. Se si applicasse, sarebbe il miglior blog dell'universo. Molto meglio di Beppe Grillo.
5. Brigante: antropologo a tempo perso, è post-post-moderno, scrive i suoi post con caratteri impossibili e flirta con i reduci del '68. L'autore fa probabilmente uso di filosofi francesi alla moda, sniffandoli a strisce o, nei momenti di depressione, via endovenosa nei cessi dei circoli arci di Bologna. Dice che guattarì è la roba migliore. Ha sempre e sistematicamente torto, ma ha sempre e sistematicamente più ragione di me.
1. Berlicche: blog ultra-cattolico, ciellino, conservatore, intollerante, clericalista. L'autore fa probabilmente uso di cilicio. Provare per credere.
2. Oscar Ferrari: blog bolzanino, no peggio, di laivesotto. L'autore coltiva mele che vengono vendute dalla Lidl in tutta la Gran Bretagna, compone canzoni demenziali ed è socio fondatore del Partito Per Tutti. Tutto questo molto prima di Beppe Grillo. Qui si spera che accessorizzi presto il suo blog con feedbruner.
3. Toppe: ora che ci penso è l'unico blog femminile in lingua italiana che leggo regolarmente. Io sarò un maschilista esterofilo, però Toppe è una signora di blog, un mondo con poesia. Anche in questo caso feedburner è urgente.
4. Cuoredicane: blog anarcociciclista, già anarconanista (poi, quando pare, è andato in ciclo-tour di nozze). L'autore fa probabilmente uso di manette e frustini. A volte è geniale, ma non si applica. Se si applicasse, sarebbe il miglior blog dell'universo. Molto meglio di Beppe Grillo.
5. Brigante: antropologo a tempo perso, è post-post-moderno, scrive i suoi post con caratteri impossibili e flirta con i reduci del '68. L'autore fa probabilmente uso di filosofi francesi alla moda, sniffandoli a strisce o, nei momenti di depressione, via endovenosa nei cessi dei circoli arci di Bologna. Dice che guattarì è la roba migliore. Ha sempre e sistematicamente torto, ma ha sempre e sistematicamente più ragione di me.
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