martedì 23 dicembre 2008

Per il bene della patria

Il patriota è uno disposto a sacrificare il proprio tornaconto per il bene di qualcosa di più grande, la patria appunto. C'è chi arriva a dare perfino la vita, come Cesare Battisti che finì impiccato pur di non prestare servizio militare a Francesco Giuseppe.

In Alto Adige di patrioti ne abbiamo sempre avuti pochi. In compenso ci sono frotte di nazionalisti, che si sono impegnati fino allo stremo a far danni al proprio gruppo etnico, linguistico o nazionale. I nazionalisti altoatesini di una volta, fascisti e no, erano arciconvinti che il bene fatto agli italiani fosse inversamente e proporzionalmente contrario ai danni fatti ai tedeschi. Si sono quindi impegnati a impedire l'appriovazione dello statuto di autonomia e hanno convinto generazioni di italiani a non studiare il tedesco, in forza del motto: qui siamo in Italia! Grazie a questa lungimirante visione del mondo, gli altoatesini italiani (e tedeschi) hanno potuto godere dei privilegi dell'autonomia con decenni di ritardo e ora si ritrovano con un notevole gap di conoscenze linguistiche rispetto al resto del mondo (per non parlare del resto dell'Alto Adige) e arrancano nel mercato del lavoro.

Purtroppo, però, non ci sono più i nazionalisti di una volta. Quelli che abbiamo ora sono molto peggio, perchè convinti che per il bene della propria corrente politica si debba danneggiare non solo i tedeschi, ma pure gli italiani. Fulgidi esempi di ciò si leggono in questi giorni sulle pagine del giornale. Un certo Minniti, consigliere provinciale dell'ala moderata della pdl, è stato eletto vicepresidente del consiglio con i voti della svp e del pd in barba al tale Urzì, consigliere provinciale e portabandiera dei falchi della pdl.

Le reazioni non si sono fatte attendere. I nazionalisti locali, incapaci di fare da soli, sono subito ricorsi all'aiuto del governo, che non si è fatto attendere. Ieri Frattini, ministero degli esteri della repubblica, ha minacciato ritorsioni contro l'Alto Adige se Minniti non viene immediatamente sfiduciato. Oggi Gelmini, ministro dell'istruzione, ha dichiarato che non procederà alla nomina del sovrindente alla scuola italiana, pendente da sei mesi.

Che la comunità italiana, prima ancora che quella tedesca, sia la prima a venire danneggiata sembra non importare a questi italiani a 48 carati. Tanto loro sono duri e puri...

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