Gli ultimi due anni, a capodanno, ho lavorato. Ero ancora "support worker" per Mencap ed ero ancora a Londra. Ci sarei rimasto per un altro mese e 8 giorni. Il 7 febbraio ho lasciato, senza troppo rimpianti e con un gigantesco senso di liberazione, quei colleghi senza amore per il loro lavoro. Mi rimane il libro che il mio capo mi aveva regalato per augurarmi un futuro pieno di successi. Nemmeno lui, però, ha resistito molto e in primavera se ne è tornato a casa, alle Mauritius. Mi rimane anche lo sguardo sconsolato di Emily, quando son partito. Ma tanto lei è abituata. E sicuramente mi ha sostituito uno migliore di me.
Dopo una settimana di preparativi sono atterrato a Parigi. Due giorni a salutare Ana e Veronica e poi via di nuovo in treno, fino a Taizè. Non sapevo esattamente quanto sarei rimasto, in questo monastero che assomiglia ad un campeggio. Pensavo fino a pentecoste. Intanto ho svernato lì. Ho fatto amicizie, alcune finite su facebook, altre rimeste impresse in una cartolina, in una foto, in una candela. Il silenzio, la preghiera, la vita in comune mi hanno sedotto. Soprattutto il silenzio; soprattutto quella settimana in silenzio, quando raffreddore, maltempo e otite sono state compagne della gioia del cuore e di vera libertà.
A Taize alla fine ci sono rimasto fino a settembre. 9 mesi giusti. Alcuni dei miei compagni di avventura e preghiera se ne sono andati, altri sono rimasti e ci rimarrano una vita. Uno doveva tornare, ma una tragedia lo ha costretto in Polonia. L'ultimo aspetta ancora una mia lettera.
Sono tornato a Bolzano, nel posto che chiamo casa, ma che casa non è, per rimanerci un anno. Mi ha costretto a tornare l'ordine dei predicatori, per un periodo di discernimento, prima del postulantato. Un anno di attesa e ricerca. Sono tornato a londra per salutare gli amici e chiudere il conto in banca, prima che fosse troppo tardi. Ho fatto campagna elettorale per un mese e mezzo. Uno shock all'inizio, ma la politica, anche quella sangue e merda, è sempre stata una mia passione. Le lezioni sono venute, noi non abbiamo potuto stappare lo spumante.
Gli ultimi due mesi dell'anno sono stati la frustrazione di cercare un lavoro, ma non sapere bene quale, e perchè. Il resto è 2009.
2 commenti:
un anno molto denso non c'e' che dire.
è l'instabilità che ci fa saldi ormai negli sradicamenti quotidiani, come cantava qualcuno.
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