domenica 21 dicembre 2008

Quel gran genio di Adam Smith

Adam Smith è un genio, di quelli che nella storia dell'umanità si contano sulla punta delle dita. Nella Ricchezza delle nazioni c'è in nuce tutta l'economia: è un immenso tesoro che non si è ancora finito di saccheggiare. Economia monetaria, internazionale, micro, macro, istituzionalismo, storia economica fino ai capitoli "freakonomici" dedicati alla riforma protestante.

Alcuni punti mi hanno sopreso, per la loro attualità.

1) I profitti sono massimi, quando una società è in declino: come non pensare all'Italia, paese sempre economicamente e socialmente fermo, ma le cui imprese registrano record di profitti a gogo.

2) Le rendite monopolistiche sono un limite alla nascita del capitalismo, in quanto restringono la produzione. Le forze produttive vengono imbrigliate per permettere grandi profitti a pochi: ecco delineati in poche righe i legami tra politica ed economia, ed ecco spiegato come sia la politica (e non tanto la tecnologia) ad essere la madre del capitalismo.

3) Quando il legno è abbondante e quindi con poco valore, il proprietario di una foresta la disboscherà per farci pascoli, fino a al punto in cui il legno sarà caro quanto la carne: gira l'idea che per salvare la foresta amazzonica sia necessario privatizzarla. Beware! State attenti!

4) Un aumento dei consumi a scapito dei risparmi causerà un calo degli investimenti e quindi della crescita economica: in usa e in uk la crescita degli ultimi ventanni è stata tutta costruita su un vulcano di debiti. Ne pagheremo le conseguenze anche sul lungo periodo?

5) Premi e monopoli sui manufatti possono aumentare il valore reale delle merci e quindi la loro produzione, a differenza di quelli sul grano: è questo il principio delle strategie di crescita di sostituzione delle importazioni e delle esportazioni strategiche.

6) Gli alti profitti dei mercanti di Cadice non hanno alleviato la povertà di quel misero paese: è un argomento contro la teoria del "trickle down", la ricchezza che si propaga dall'alto verso il basso, o no?

7) L'impero romano è caduto perchè il suo esercito è diventato permanente, e gli eserciti permanenti, come le milizie civili sono inferiori per addestramento e motivazione alle milizie nomadi: una spiegazione molto più intelligente delle sciocchezze sul piombo che si leggono sui nostri libri di storia.

8) L'università di allora non è molto differente da quella di oggi.

Oltre a questo, Smith è anche il teorizzatore della stato minimo e del metodo di analisi liberale.
Quest'ultimo mette a confronto la storia con un modello ideale, ne evidenzia le differenze e conclude che se la realtà fosse andata come da ideale il mondo sarebbe migliore. Questo è lo schema standard degli argomenti neoliberali. Ed è così che Smith espone la sua teoria dello sviluppo economico.

Secondo il filosofo scozzese, gli investimenti si sarebbero dovuti concentrare sull'agricoltura, dino ad un calo dei rendimenti che avrebbe reso profittevoli investimenti nel commercio interno prima, ed estero dopo. Smith riconosce che è successo esattamente il contrario e conclude che l'ordine naturale delle cose è stato sovvertito dagli uomini. Peccato.

Kaldor sosteneva che nella Ricchezza è tutto giusto fino al capitolo quarto, dove Smith suppone dei rendimenti costanti, mentre secondo Kaldor potrebbero anche essere crescenti. Non ho trovato nessuna chiara affermazione in questo senso, a meno che non si voglia considerare la discussione che Smith svolge sul commercio. Ma a me pare che questa non abbia un carattere generale. Oppure mi è sfuggita.

Comunque un gran genio.

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