mercoledì 7 dicembre 2011

Un predicatore disubbidiente



E' un lebbroso il primo predicatore del Vangelo (Mc 1,40-45), un tipo deciso che si piazza davanti a Gesù, gli si inginocchia di fronte e gli dice: "Se vuoi, tu puoi guarirmi". Tocca a Gesù scegliere come comportarsi di fronte alla malattia. Gesù è scosso, gli si rivoltano le interiora, poi decide di guarirlo.

Lo tocca e lo guarisce.

Dopo averlo mondato dalla lebbra, però, Gesù gli da due ordini ben precisi: andare al tempio per presentare l'offerta prescritta da Mosè e non raccontare a nessuno quello che gli era successo. Ma il lebbroso è fuori di sé dalla gioia, non ascolta nemmeno oppure non gliene importa più nulla ora che ha ottenuto quel che voleva e fa esattamente il contrario di quello che gli era stato comandato: non pensa nemmeno per un secondo a passare per il tempio e si mette a raccontare ai quattro venti quello che gli era capitato. Come predicatore, il lebbroso guarito ha un successo straordinario, al punto che Gesù non ha più pace. Non può più entrare in città da quanta folla lo cerca e deve rintanarsi in luoghi deserti che diventano presto mete di pellegrinaggio.


Non so voi, ma io provo molta simpatia per questo lebbroso, predicatore disubbidiente. Certo, ha trasgredito l'ordine di Cristo, ma quanto entusiasmo, passione, zelo per Lui! Mi viene da chiedermi se anch'io, che sono un frate predicatore, potrò mostrare altrettanto entusiasmo e passione per Lui. Lo saprò imitare nello zelo nel diffondere il Verbo? Oppure lo imiterò nella disubbidienza? e, visto che, a differenza del lebbroso, noi ci ha inviati in tutto il mondo ad annunciare il Vangelo ad ogni creatura, io me ne starò rinchiuso in una cella di convento e predicherò solo ad un pubblico ben selezionato di suore e beghine?

Dio non voglia, ma se succederà così, qualcuno venga a darmi una scossa!


5 commenti:

Flip ha detto...

Fratello non preoccuparti...
si può predicare Cristo ed essere missionari anche all'interno di quattro mura conventuali! Ricordati che la Patrona delle Missioni è una monaca di clausura: S. Teresa di Gesù Bambino! Lei che ha trovato la sua vocazione nell'Amore, fino a dichiarare: "Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l’amore"!
Tale affermazione racchiude la vita di Santa Teresa, una vita offerta per la conversione dei peccatori e per i missionari del Vangelo. Per questo Papa Pio IX, nel 1929, l’ha proclamata patrona delle missioni.
Non preoccuparti di come, quando, e a chi predicherai, tutti abbiamo il bisogno di sentire la Parola di Dio spezzata; piuttosto AMA sempre, continua ad amare e lasciati Amare da Dio!

"Gesù ci rivela che Dio è amore e che il Padre stesso ci ama. La nostra gioia è piena perché questo amore non verrà mai meno. Nella salute e nella malattia siamo amati da Dio; nella gioia e nel dolore siamo amati da Dio. Questo essere amati è la nostra base sicura, è la nostra pace e la nostra gioia. Quando ti senti amato dal Signore diventi capace di amare tutti, diventi libero, la tua vita è un CANTO continuo perché la tua relazione è con Lui. Se vi lasciate amare da Gesù diventate dei rivoluzionari!" (dalle meditazioni di Don Oreste Benzi)

Quindi "Canta e Cammina", direbbe sant'Agostino: "Cantiamo come cantano i viandanti: canta e cammina. Cammina senza indietreggiare, senza smarrirti, senza fermarti. Canta e cammina".

Concludo con le parole del profeta Isaia, proclamate nella liturgia odierna:
"Dio non si affatica né si stanca,
la sua intelligenza è inscrutabile. Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi" (Is 40,28-31).

Canta e cammina nell'Amore di Cristo e predicherai in ogni istante della tua vita!

luca ha detto...

Se vuoi fare il missionario deontro le mura di un convento, allora -secondo me- è meglio che vai a fare il monaco e non il frate domenicano.
noi frati dobbiamo avere il coraggio di tornare per le strade e di parlare con la gente, con tutta la gente e non solo quella devota.

Flip ha detto...

1) Chi ti dice che io sia un Domenicano? Non ho mai specificato!

2) Non ho scritto che voglio "fare il missionario dentro le mura di un convento"!
Ti ho scritto invece - ma usando altre parole:

* che la predicazione parte e si conclude dentro mura conventuali, e in Dio il suo inizio e Dio il suo compimento!

* che si predica con la propria vita (opere, gesti, parole) in ogni momento, situazione e dove il buon Dio ti invia a camminare!

* che tutto ciò non esclude "il tornare per le strade e di parlare con la gente, con tutta la gente e non solo quella devota".

Se predichi con la tua vita e ne farai(o lascerai che Lui la trasfiguri come tale) un Canto di Amore, ovunque tu andrai, ovunque predicherai!

Ti auguro nuovamente:
Canta e cammina nell'Amore di Cristo e predicherai in ogni istante della tua vita!

luca ha detto...

il mio tu era generico, a dire il vero...
sul resto, ahimé, ho poco da eccepire!

Flip ha detto...

;)