mercoledì 28 dicembre 2011

L'esame di coscienza


Non credo che nella mia vita spirituale ci siano molte cose più difficili, complicate e penose dell'esame di coscienza. Provo ad essere disciplinato e a farlo ogni sera, seduto sulla vecchia poltrona che ho sistemato affianco al letto. Guardo il poster del crocifisso di  Cimabue che ho appeso sulla parete di fronte e comincio a pensare al giorno appena concluso. Ma non mi viene in mente niente.

sabato 24 dicembre 2011

La luce nelle tenebre

La notte è abitata dai fantasmi e il buoi fa paura. Ci si guarda alle spalle, ma non si vede niente. L'orecchio diventa aguzzo, ma ogni fruscio è una minaccia e il silenzio un abisso.

mercoledì 21 dicembre 2011

In viaggio

Il cristianesimo è roba per gente dalle gambe buone e dalle scarpe solide. Cristo in persona ci aveva avvisato: "Io sono la Via!" e per noi è tutto un camminare. Era stato appena concepito che Maria già si mette in marcia per andare a trovare la cugina, poi torna e di nuovo riparte, ché c'è da firmare al censimento indetto dall'imperatore. Quando nasce, il mondo intero trova in lui il suo baricentro e viene ad adorarlo: i pastori attraversano prati e pascoli con i loro greggi, i magi superano il deserto della Siria inseguendo una stella. Però, la Sacra Famiglia subito riparte: prima va a presentarlo al Tempio di Gerusalemme, poi fugge in Egitto. Ritornerà alla morte di Erode e di nuovo si recherà a Gerusalemme, dove Gesù si perderà tra le carovane e i sacerdoti.

domenica 18 dicembre 2011

Non sono anch'essi uomini?

Il 21 dicembre del 1511, quarta domenica d'Avvento, nella chiesa di Santo Domingo ad Haiti, un mio confratello pronunciò queste parole:

 «… Sono la voce di Cristo che grida nel deserto di quest’isola. Pertanto si conviene che con attenzione, non una attenzione qualsiasi, ma con tutto il vostro cuore e tutti i vostri sensi, l’ascoltiate, la qual voce sarà per voi la più nuova che mai udiste, la più aspra e dura e la più spaventevole e pericolosa che mai avreste pensato di ascoltare… Questa voce vi dice che siete tutti in stato di peccato mortale a causa delle crudeltà e dei soprusi che fate subire a queste popolazioni innocenti. Ditemi: con quale diritto, in nome di quale giustizia tenete gli indiani in una schiavitù così crudele e terribile? Con che diritto avete scatenato così tante guerre esecrabili contro questa gente che viveva in pace nella propria terra e che voi avete oppresso con innumerevoli morti e stragi mai udite? Perché li opprimete così tanto e li sfinite, non dando loro da mangiare e non curandoli quando sono malati dal momento che essi si ammalano e muoiono a causa del lavoro eccessivo a cui voi li costringete; o meglio, perché li uccidete per ammassare ogni giorno un po’ di oro in più? E che premura avete perché si insegni loro la dottrina, conoscano il loro Dio e creatore, siano battezzati, ascoltino la Messa, rispettino le feste e le domeniche? Non sono anch’essi degli uomini? Non hanno anch’essi un’anima come ogni creatura razionale? Non avete il dovere di amarli come voi stessi? Proprio non capite? Siete forse immersi in un profondissimo letargo? Abbiate per certo che, nello stato in cui siete, non potete salvarvi più dei mori o dei turchi che non hanno né vogliono la fede di Cristo»
Abbiamo ancora molto bisogno di frati come Antonio Montesinos.

domenica 11 dicembre 2011

Lodatelo, voi tutte, fulgide stelle


Mi piace fermarmi a guardare il cielo, magari vicino ad un fuoco, oppure nelle notti d'estate con il mio toscano in una mano e la mia birra nell'altro. In quelle notti mi viene sempre da pensare che il mondo è bello e nessuno mai riuscirà davvero a sfregiarne la bellezza. Penso anche ai miei genitori, e alla mia fortuna di essere stato amato da loro. Mi viene nostalgia degli amici lontani e rido ricordandomi di loro. Allora, a volte, lodo il Signore per tutto che quello che mi ha dato, perché è stato buono con me e perché ha creato la notte, la luna e le stelle.

mercoledì 7 dicembre 2011

Un predicatore disubbidiente



E' un lebbroso il primo predicatore del Vangelo (Mc 1,40-45), un tipo deciso che si piazza davanti a Gesù, gli si inginocchia di fronte e gli dice: "Se vuoi, tu puoi guarirmi". Tocca a Gesù scegliere come comportarsi di fronte alla malattia. Gesù è scosso, gli si rivoltano le interiora, poi decide di guarirlo.

Lo tocca e lo guarisce.

Dopo averlo mondato dalla lebbra, però, Gesù gli da due ordini ben precisi: andare al tempio per presentare l'offerta prescritta da Mosè e non raccontare a nessuno quello che gli era successo. Ma il lebbroso è fuori di sé dalla gioia, non ascolta nemmeno oppure non gliene importa più nulla ora che ha ottenuto quel che voleva e fa esattamente il contrario di quello che gli era stato comandato: non pensa nemmeno per un secondo a passare per il tempio e si mette a raccontare ai quattro venti quello che gli era capitato. Come predicatore, il lebbroso guarito ha un successo straordinario, al punto che Gesù non ha più pace. Non può più entrare in città da quanta folla lo cerca e deve rintanarsi in luoghi deserti che diventano presto mete di pellegrinaggio.

sabato 3 dicembre 2011

Il presepe

Esistono tanti tipi di presepe: c'è quello in casa, quello in piazza, quello di carta, di pane, di legno, quello vivente, quello tecnologico, quello moderno, quello classico, quello napoletano, quello gardenese, quello etnico... ma per me il presepe più importante è sempre stato il grande presepe in chiesa, quello che rimane velato fino al 24 dicembre e che poi si svela la notte di Natale, quando tutti si affollano attorno per darci una prima sbirciatina e per ritornarci più avanti, magari dopo l'Epifania, per osservare in pace tutti i particolari.