domenica 9 dicembre 2007

Amnesty International e il diritto all'aborto

A giugno il Cardinal Martino rilasciò un'intervista ad un giornale americano invitando i cattolici a ritirare il proprio sostegno ad Amnesty International per via della campagna di AI a favore del diritto di aborto in caso di stupro.

La replica di AI è affidata ad un comunicato stampa denso di contenuti, alcuni dei quali meritano un'attenta riflessione, sullo sfondo, magari, delle tesi sostenute da Ignatieff nella sua apologia dei diritti umani. In sintesi AI spiega:
a) di non voler promuovere il diritto all'aborto in quanto tale,
b) che in alcuni casi l'aborto è necessario per permettere alla donna di poter godere della pienezza dei suoi diritti sociali e alla salute.

Il comunicato è interessante perchè evidenzia come il godimento di diritti di terza generazione (civili, ambientali o altro) possa essere una precondizione per il godimento dei diritti di seconda e prima generazione (sociali e politici), esattamente come i diritti sociali vennero promossi come precondizione per un effettivo godimento di quelli politici.

AI ingaggia così una nuova battaglia per l'ampliamento dello spettro dei diritti, oltre a quella per i diritti già riconosciuti. Di più, sostiene che queste due battaglie sono inestricabilmente legate. Questa posizione è perfettamente comprensibile, comporta però alcune difficoltà.

Il più grande capitale nelle mani di AI è il riconoscimento internazionale ottenuto grazie ad una imparziale ed inflessibile difesa dei diritti umani riconosciuti dalla principali convenzioni internazionali. Il tentativo di estendere il campo di battaglia, specialmente sulla questione molto delicata e dibattuta dell'aborto, rischia di screditare AI come strumento di imperialismo culturale occidentale soprattutto di fronte a quelle popolazioni in cui la difesa dei diritti umani è più urgente. In altre parole, l'allargamento dei diritti rischia di rendere meno efficacie la difesa dei diritti già esistenti: quanto più AI si presenta come soggetto politico, tanto meno forte sarà la sua legittimazione.

AI ha considerato questo rischio? Se sì perchè lo ha considerato non rilevante?

Una seconda serie di perplessità nasce dai dubbi che la difesa dei diritti sociali e sanitari delle donne debba necessariamente passare attraverso la difesa del diritti all'aborto, anche in situazioni drammatiche come lo stupro. Se una donna, in seguito ad evento così drammatico, viene esclusa dalla sua comunità, promuovere l'aborto come diritto non è forse un darla vinta alla comunità che la esclude? Non ha forse più valore una campagna per difendere la dignità della donna anche e soprattutto quando essa è vittima, piuttosto che aggiungere violenza a violenza? Lo stesso si può dire delle cure sanitarie, che devono valere indipendentemente dal fatto che la donna porti in grembo un figlio concepito con la violenza. Insomma, l'aborto non annulla lo stupro ed è difficile capire come un aborto possa effettivamente restituire alla donna i propri diritti umani. La connessione tra diritto all'aborto e altri diritti mi pare molto labile, non convincente, almeno non al punto da ridurre il rischio di delegittimazione a cui accennavo prima.

Cosa dovrebbe fare, quindi, AI? Limitarsi alla difesa dei diritti politici, fiduciosa che l'affermazione di questi permetta ad individui e popoli di conquistare altri diritti di cui sentono il bisogno, proprio come suggerisce Ignatieff? Oppure dovrebbe lanciarsi nella corsa ad aumentare l'elenco dei diritti umani, rischiando di lasciare il mondo reale troppo indietro, di creare false speranze, di apparire come una organizzazione di parte, ideologicamente motivata?

O forse si può pensare che la difesa dei diritti umani già acquisiti e il loro ampliamento possano essere perseguiti più efficacemente attraverso organizzazioni differenti per organico, statuto, struttura, strumenti, modalità operative e, ovviamente, fini sociali?

14 commenti:

Unknown ha detto...

presumo che il termine "di prima/seconda/terza generazione" sia prettamente cronologico, come quel fatto dell'eta', che altrimenti se ci mettiamo a fare filosofia spicciola non si capisce perche' i diritti economici, sociali o politici vengano prima di quelli civili su una scala di valori. Se godi di diritti politici, godi anche di diritti civili, e' lapalissiano, e il dibattito su quelli e' il riconoscimento di questo semplice fatto, come quello fatto negli anni sessanta e settanta per far finire la discriminazione economica effettuata verso i figli nati fuori dal matrimonio (chiamati naturali, che ironia!) e sanato solo con la riforma del diritto di famiglia nel 1975.

Anonimo ha detto...

mi pare che li si chiami in gergo cosi'. ma magari mi sono confuso.

se all'ordine cronologico corrisponda anche un ordine valoriale e' una questione interessante. per igniatieff ad esempio e' proprio cosi', perche' i diritti politici sono strumentali all'ottenimento di tutti gli altri (e quindi l'ordine cronologico non e' casuale). penso che abbia una parte di ragione.

d'altro lato immagino che ci siano dei diritti sociali o civili a cui saremmo inclinati a dare piu' importanza rispetto ad alcuni diritti politici.

luca

Anonimo ha detto...

Ma io non ho capito una cosa: ma difendere la vita di un feto non è anch'esso difendere i diritti umani e civili di un essere umano?

Vabbè che dimenticavo: per molti il feto non è una vita umana...

luca ha detto...

innoxius: vogliamo fare polemica, neh?
io sono daccordo con te, però, a essere onesti, non era questo il punto su cui volevo focalizzare l'attenzione.

resta il fatto che le discordanze su questo tema ne evidenziano la politicità. ed è per questo che il caso mi pareva interessante.

Anonimo ha detto...

Si, scusami se ho fatto un'irruzione polemica e fuori tema (sul tema concordo con te), ma mi pare veramente scandaloso quando si parla esclusivamente della donna. Tra l'altro non si parla, oltre dei diritti del feto, anche di quelli del padre. E' vero che è la donna a portare il bimbo, ma spesso si dimentica (volutamente) che un figlio nasce da una coppia, non solo dalla donna. Vabbè, Luca, scusami, mi taccio, prometto.

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

said...

>se all'ordine cronologico corrisponda anche un ordine valoriale e' una questione interessante. per igniatieff ad esempio e' proprio cosi', perche' i diritti politici sono strumentali all'ottenimento di tutti gli altri (e quindi l'ordine cronologico non e' casuale). penso che abbia una parte di ragione.
d'altro lato immagino che ci siano dei diritti sociali o civili a cui saremmo inclinati a dare piu' importanza rispetto ad alcuni diritti politici.
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Esatto. Io Ignatieff (che sara' il probabile futuro leader dei liberals canadesi, che sono di sinistra) lo stimo molto, ho letto la sua biografia di Isaiah Berlin qualche anno fa. Pero' per quanto interessante, vedo la questione e' puramente cronologica e limitata alle societa' moderne. L'obiezione filosofica facile e' che in una dittatura illuminata possono esistere diritti sociali e civili senza che esistano i diritti politici (una dittatura platonica, infatti - e ai tempi dei greci e dei maya c'erano infatti costumi e more sociali diverse).

luca ha detto...

no, per carità, innoxius non tacere. il mio era un controcommento ironico.
ricordati, però, che in questo caso la discussione è limitata al caso di aborto in seguito ad uno stupro. non mi sembra proprio il caso di parlare dei diritti del padre. l'altro caso sollevato a ai è l'aborto terapeutico, ma su quello mi pare difficile che martino possa polemizzare visto che è ammesso dalla chiesa stessa. e quindi l'ho lasciato fuori dal post.

igniatieff leader della sinistra canadese? e a me che sembrava uno di destra (leggere recensione su anobii)! l'obiezione filosofica è interessante, ma siamo sicuri che preferiremmo una dittatura illuminata ad una democrazia incasinata (e qui si può incominciare a parlare di fukuyama)?

Anonimo ha detto...

Quando una donna subisce uno stupro, si deve avere solidarietà e si deve riflettere. Ma, a mio parere, pensare che un aborto possa eliminare i problemi alla donna mi pare errato; perché scaricare al feto colpe che non ha, se non la sventura di essersi ritrovato figlio di un delinquente? Credo che una donna debba riflettere cmq prima di rinunciare a una parte di lei.
Questo mi pare un discorso culturale da fare. Ovviamente non si può pretendere che questo discorso abbia successo, se la politica, lo Stato non fa il suo dovere. In casi come questi ci vuole assistenza psico-fisica, ma anche la possibilità che la donna possa essere tutelata almeno dopo lo stupro. Come? In qualunque caso, se sceglie di abortire o no, di non rivedere il tizio, che potrebbe farsi rivedere (storie come queste sono, ahimè, note) e molestarla ancora.
Ecco, a me pare che Amnesty, se proprio voleva schierarsi, avrebbe dovuto farlo in questo senso, sollecitando la politica a tutelare i diritti della donna non a svantaggio del feto, cioè di un altro essere, ma a vantaggio della propria esclusiva persona. Dispiace che anche Amnesty sia caduta nella trappola di quella corrente di pensiero secondo cui il problema si elimina evitandolo, aggirandolo invece di risolverlo.

Unknown ha detto...

Ingnatieff ora e' vice leader dell'opposizione liberal (che e' di sinistra, il governo e' conservatore), e tieni conto che e' al suo primo mandato parlamentare.

Capisco che per te, cattocomunista, perfino quelli di estrema sinistra del canada, degli usa e dello uk siano di destra :-P

luca ha detto...

x innoxius: esattamente
x ja: tu dillo a titollo. sabato?

Anonimo ha detto...

Ciao, inglesino,
non voglio commentare questo tuo post,troppo difficile e complicata la questione anche se mi sembra di condividere la risposta ultima di innoxius.
Volevo usare questo post per salutarti dal B7. Ho visto che hai ricominciato a scrivere su tematiche sociali, più facile per me risponderti.... Qui in Struttura tutto ok, anche se ci sono novità nell'équipe, magari ti scrivo privatamente se hai sempre le stesse email perchè ultimamente non mi rispondi più...., se rientri per Natale,passa a trovarci.
Ciao Marco

Unknown ha detto...

ok sabato.

luca ha detto...

marco: scrivimi e aggiornami. lo sai che mi mancate. ci vediamo a gennaio.

ja: benone.