I commenti su blog e giornali all'ultima enciclica di Benedetto XVI mi hanno lasciato piuttosto sconcertato. Dalla loro lettura pare che il Papa si sia lanciato contro chissà quale crociata politica e filosofica: la modernità, l'illuminismo, la laicità, il comunismo, la scienza, il Vaticano II e chi più ne ha più ne metta.
A me pareva di avere letto tutta un'altra cosa. Spe salvi per me è stata una lettura avvincente, piena di riferimenti affascinanti e di intrigante capacità introspettiva, ma il succo dell'enciclica non mi ha stupito affatto. In fin dei conti, non si tratta altro che di una elegante elaborazione di ciò che ha già detto Cristo: io sono la Vita, e di una moderna ripetizione di ciò che già disse Pietro: tu solo hai parole di vita eterna. Il Papa ha raccontato cose che so benissimo da me, ovvie, quotidiane, e però molto intime. Nella Spe salvi sono raccontate le ragioni della mia fede, ne è descritto il seme posto nella mia anima.
In molti mi hanno chiesto le ragioni della mia fede. Ora potrei invitare alla lettura dell'enciclica, se non avessi il timore che non viverla, questa fede, renda la Spe salvi completamente incomprensibile. Ma è davvero così incomprensibile che la richiesta esistenziale di senso vada irrimediabilmente oltre la scienza o un'utopia politica? E' davvero così incomprensibile questo sentirsi inappagati a fronte di ciò che il mondo ci offre? Ma non avete anche voi sete di acqua viva, che disseta eternamente?
Inconcepibile, per lo meno agli occhi del mondo, è però anche la Via che ci indica Cristo. L'affidarsi come bambini a lui (questa è la fede, questa è la speranza), basta questo per fare esperienza della vita eterna, del Regno di Dio (evidentemente non si tratta di un regno politico) ed è questa esperienza che si trasforma in certezza (anche se su questo punto ci sarebbe molto da meditare).
La speranza diventa così l'opposto dell'orgoglio: diventa un fare spazio a Dio. E l'unico modo per farlo è un privarsi dell'io, ma non buttandolo via, piuttosto donandolo. Ed ecco perchè questa fede non è una speranza privata, ma un qualcosa che coinvolge se non proprio tutti, per lo meno chi mi sta vicino.
A margine alcune note. La prima di vanitosa soddisfazione per l'apprezzamento espresso da Benedetto nei confronti dall'analisi sociale marxista. La seconda è un sospetto. Sia il riferimento iniziale alla fede fonte di salvezza, come l'ultimo riguardo al Purgatorio, non sono forse dei tentativi di avvicinamento verso la teologia protestante e ortodossa? E i riferimenti a Marx sono una mano gettata verso la teologia della liberazione (la seconda, dopo i discorsi brasiliani)? Forse il papato di Benedetto è incentrato su un gigantesco sforzo ecumenico: tentare l'unità dei Cristiani, dai Lefevriani ai protestani, passando per i teologi della liberazione.
Per divertissiments teologici e filosofici sull'enciclica, l'indirizzo è azione parallela.
21 commenti:
e' incomprensibile che la ragione sia accettabile solo se "va oltre se' stessa", cioe' se diventa irrazionale...
E' un papa antimoderno, che pretende di cancellare gli sviluppi di due pontificati e tornare ancora piu' indietro....
Non mi stupirei affatto di sentirgli proporre, sicuramente in modo colto e letterariamente alto, un ritorno a qualche tipo di crociata....
mikecas, questo lo ha detto già scalfari.
affermare che la ragione abbia bisogno della grazia per comprendere l'essenza dell'uomo (cioè Cristo) mi pare una banalità dal punto di vista della teologia cattolica. un fatto della mia vita spirituale quotidiana, e non un voler tornare indietro di chissà quanti secoli.
piuttosto, invece di prendertela con i mulini a vento, perchè non rispondi alla mia domanda?
io avevo gia' fatto un post prima di Scalfari... che colpa ne ho se Scalfari la pensa come me?
e sostenere che la ragione "deve" diventare irrazionale per garantire la "speranza" dell'uomo e' quanto di piu' irrazionale si possa dire....
Lo so che e' poi sempre il solito discorso.... ma proprio perche' e' il solito e' significativo che venga riproposto cosi' duramente....
Come ho detto, non mi stupirei di nuove crociate.... e credo ne siamo anche vicini....
Mai che andiamo d'accordo, eh? ;-)
x mike: allora scriverò una mail a scalfari. ;p
in tutta onestà, cosa ti aspetti da gente che crede nella trinità, nell'eucarestia, nella risurrezione dei corpi etc. etc.?
ma c'è di più: ti basta la ragione per dare un senso compiuto alla tua esistenza? o c'è anche per te un qualcosa che non si accontenta, che rimane insoddisfatto, che eccede ogni spiegazione razionale?
x valerio: ti riferisci a me o a mikecas?
Ti ringrazio per il link: se per divertissement intenti riflessioni che non si fondano su una fede personale, beh: hai ragione.
A margine: 1. non sono sicurissimo, per ragioni storiche e teologiche, che i protestanti siano contenti del riferimento al Purgatorio...; 2. Questo Papa non dice però che la ragione deve andare oltre se stessa, o che deve diventare irrazionale, ecc.; dice casomai che nel Logos si invera, e che la religione è la vera filosofia. Si può perciò mantenere tutto il rispetto per la religione e soprattutto per le scelte di vita personali, e spiegare con qualche divertissement che le cose non stanno così.
massimo, le tue riflessioni sull'enciclica sono sicuramente molto acute, distaccate e mi divertono molto, soprattutto se penso a tutta la retorica sul papa teologo.
insomma sono divertissement (si scriverà così?) perchè accetti la sfida intellettuale senza prendertela personalmente.
io, però, faccio fatica a seguirti. un po' perchè mi manca la cultura filosofica necessaria, un po' perchè le parole del papa non mi sono parse astrazioni o acrobazie logiche, ma la descrizione di una realtà quotidiana.
non so se la ragione si invera nel Logos, so che l'enciclica raccontava di me, era il commento al mio diario spirituale (mio, non di qualcun altro!).
E si capirà che il fatto che b16 parli di me, mi entusiasmi e commuova un poco.
Banalissimamente: la fede dà le risposte che la razionalità non dà. Mi pare un rassicurante rifugio, per chi ci crede è persino una botta di culo. Lo invidio, vive certamente più sereno di un ateo.
Per il resto mi pare che queste discussioni, Scalfari vs. b16, siano come quelle di un etero che spiega a un gay quant'è bella la figa. O viceversa.
Cmq invece di leggere b16 (o di leggere qualsiasi altra cosa) ho seguito i consigli di Carvalho, ho ricominciato a nuotare, ho perso 14 chili e a giorni alterni esco con un po di nuove amiche.
Ti aspetto a bz
anch'io ho cominciato a nuotare, ma non ho perso un grammo (forse perchè ho anche cominciato con la nutella -per motivi politici ovviamente).
la fede dà risposte che la ragione non dà: quello che non quadra in questa affermazione è che la fede non è una filosofia o un insieme di credenze che vengono accettate dall'intelletto per spiegare come va il mondo. nella fede ci sono anche delle credenze sul mondo, ovviamente, ma la fede non è riducibile ha queste.
quello che ho, inutilmente, cercato di spiegare è che la fede (almeno la mia) è un'esperienza concreta.
le parole di cristo si dimostrano vere in quello che faccio e sento durante la mia giornata. ed è questa verità che rende gesù diverso da un "brian di nazareth" qualunque.
ne consegue che la fede non mi spiega nulla, è, invece, il fedele riflesso di una realtà.
Chi siamo?
Da dove veniamo?
Cosa c'è dopo la nostra breve apparizione su in questa valle di lacrime?
La ricerca di un senso profondo alla vita...
Cazzo, se queste non sono domande che possono avere risposte solo grazie alla fede, allora i miei genitori hanno proprio sbagliato a farmi studiare.
mettiamola così: io ho tutto per essere felice: un bel lavoro, la stima dei miei concittadini, agiatezza economica, moglie, figli e perfino l'amante. e sono pure felice. eppure a volte sento molto chiaramente che non sono pienamente me stesso, che qualcosa non quadra, che dietro il luccichio dei valori del mondo (potere, fama, sesso, denaro) si nascondo delle false promesse.
al tempo stesso sperimento la via del vangelo, che è l'esatto contrario di quella del mondo: donare se stessi, povertà, castità, ubbidienza e vedo che quando riesco ad essere fedele al vangelo sono pienamente me stesso, che dietro l'assurdità della proposta di vita di cristo si nascondo delle promesse vere.
da qui nasce la mia speranza e la mia fede (ed è esattamente ciò che ha raccontato il papa).
tu, invece, che non hai questo rassicurante rifugio, che risposte ti dai alle domande che hai fatto?
>al tempo stesso sperimento la via del vangelo, che è l'esatto contrario di quella del mondo: donare se stessi, povertà, castità, ubbidienza e vedo che quando riesco ad essere fedele al vangelo sono pienamente me stesso, che dietro l'assurdità della proposta di vita di cristo si nascondo delle promesse vere.
Forse valeva fino ai tempi di giustiniano o, spostandoci in la', San Francesco, ma dal Concilio di Vienne in poi, mi pare difficile argomentare che la chiesa in quanto organizzazione abbia praticato la poverta', castita' e ubbidienza che predica, tutto il contrario. My two cents.
ja, ma che significa? la chiesa "in quanto organizzazione" era ben peggiore ai tempi di san francesco. e probabilmente non era migliore nemmeno ai tempi degli apostoli.
sono moltissimi gli uomini e le donne che vivono in santità tutt'oggi e ancora di più quelli che si sforzano di vivere secondo il vangelo. non riconoscerlo mi pare malafede.
a margine noto che tutti qui si sono prodigati in dotti commenti e in argute annotazioni sul papa e la chiesa. nessuno che si sia degnato di lasciarmi un commento sulla propria vita spirituale. troppo intima o uno sconfinato deserto?
Hai moglie e figli? e pure una amante? e bravo luca...
ero io. brigante
...tu, invece, che non hai questo rassicurante rifugio, che risposte ti dai alle domande che hai fatto?
E qui sta il punto:
-chi crede sarà dissetato (berrà della vita eterna,bla,bla,bla...), chi non crede...cazzi suoi.
Io ti avevo solo detto questa verità incontrovertibile, per me chi ha fede ha culo, se poi la sua fede è incrollabile, solida, quasi granitica, allora ha un culo bello e sodo come quello di una nuotatrice.
La filosofia non da risposte, la fede sì. E qui entrano in gioco Ratzinger e il suo scherano Biffi: chi è ignorante è fortunato, la razionalità è il male etc. etc.
Il punto filosofico (o meglio di catechesi) è però nella parabola dei talenti, c'è chi ne ha 10 e chi uno, chi non ha fede da Dio magari non ha ricevuto talenti e allora cerca risposte (parziali e da felicità e pienezza parziale che gli derivano da altro, dalla letteratura, dalla filosofia o anche dalla porsche, dall'amante e dal bilionaire di Briztore).
In questo letteratura e filosofia sono uguali alla Porsche e all'amante di 20anni, sono sempre una fuga dalla realtà.
un abbraccio
massimo
Sono sempre massimo:
..nessuno che si sia degnato di lasciarmi un commento sulla propria vita spirituale.
A no?
E io che mi sono affrancato da una separazione dolorosa, mi sono curato le ferite, ho ricominciato a pedalare, cercando nelle cose reali la possibilità di provare ad essere felice. Quella non era una risposta o non ti andava bene perchè era una risposta che usciva dalla contrapposizione di due ottuagenari contemplatori della vita come Eugenio Scalfari e B16?
Ecco la mia risposta spirituale:
Non ci sono risposte.
Ci sono fughe, momenti di caduta, di felicità.
Chi ha la porsche e la villa ai caraibi e chi ha tanta fede ha forse più momenti di felicità di chi non ha nessuna delle 2 cose. Tutto qui.
>a margine noto che tutti qui si sono prodigati in dotti commenti e in argute annotazioni sul papa e la chiesa. nessuno che si sia degnato di lasciarmi un commento sulla propria vita spirituale. troppo intima o uno sconfinato deserto?
Se lo fanno e' per la semplice ragione che il cattolicesimo e' un'istituzione gerarchica e sistematizzata. Che per vivere secondo i vangeli, e sono tanti, si basta essere genericamente cristiani, no? Invece no, in ogni enciclica spiegano che la chiesa salva perche' la chiesa e' cristo.
La mia vita spirituale e' meditazione in una montagna desolata. E mi ci trovo piuttosto bene, ammetto.
brigante: monello.
massimo: perche' chi e' ignorante dovrebbe essere fortunato? dove la trovi questa contrapposizione tra fede e ragione? se la razionalita' non arriva a spiegare tutto, questo non significa che se ne possa fare a meno. il peccato e' il razionalismo, che e' quell'atteggiamento intellettuale che non lascia spazio all'onnipotenza e la grazia di dio, almeno credo.
per risposte si intendevo quelle che sono state scritte a commento del mio post. i retroscena tuoi li so.
ja: sei vuoi qualche cazzotto te lo posso dare la settimana prossima ;p
x ja e massimo: insomma, non percepite in alcun modo l'incompletezza umana (che non e' necessariamente infelicita')? magari sono solo io quello incompleto.
L'esaltazione dell'ignoranza nella catechesi cristiana è appena larvata dal "lasciate che i bambini vengano a me, loro è il regno dei cieli", ma mi pare evidente.
L'ignoranza come benedizione del cielo è uno dei topos del biffi-pensiero (e poiché chi va con lo zoppo... immagino che lo sia pure del Ratzinger-pensiero). L'idea è che ci sono persone semplici (e sono la maggioranza della popolazione mondiale) che non sono abbastanza intelligenti per comprendere i ragionamenti illumisiti e razionalisti e che quindo da essi sono confusi, traviati etc... Vengono cioè sviati dalla retta via e ioniziano un calvario di sofferenze dovuto all'instillarsi del dubbio nelle loro menti semplici! Per ovviare "all'inconveniente" la soluzione è permanere in uno stato di minorità, di beata ignoranza.
Il paradosso per me è che questo ragionamento (aberrante per ogni persona che crede nei valori della rivoluzione francese, della democrazia, etc. me compreso) ha alcuni elementi di veridicità.
E la querelle ragione-fede è né più né meno che irrisolvibile, come ti ho già detto 3 commenti fa.
Risposta: sì, percepisco l'incompletezza, semplicemente trovo che non si possa fare altro che tenersela, a meno che non si abbia fede e ci si riempia con quella. Ma la fede ce l'hai o non ce l'hai, e io non ce l'ho. Amen
Un abbraccio
max
lo so che sei il massimo esperto di biffi dall'isarco in su, però che l'essere bambini debba essere equiparato all'essere ignoranti non mi convince assolutamente, anche se lo ha detto biffi (e cmq.non è quello che dice ratzinger).
l'essere bambini, per me, significa avere l'umiltà di chiedere aiuto e la capacità di affidarsi. a dio e al prossimo.
il dubbio è un elemento costitutivo importante della mia fede, perchè dialetticamente mi costringe a non dare nulla per scontato e a riconquistarla costantemente. permette anche alla mia fede di non essere una semplice conoscenza fattuale, ma uno "statement" che mi impegna personalmente. io non conosco dio, così come so che 2+2=4. io credo in dio. è roba diversa.
allora mi accompagni ad innsbruck il 10. ho capito bene?
luca
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