venerdì 16 gennaio 2009

Giustizie

Il tema della giustizia divina mi mette sempre e terribilmente a disagio. Da un lato credo nell'infinita bontà di Dio. Dall'altro, quando sento di certe ingiustizie e malvagità, non riesco proprio ad accettare che queste restino impunite. Dopo tante nefandezze e meschinità, mi chiedo, non può proprio finire in un volemose bene generalizzato. Eppure l'inferno non sarebbe forse proprio un'estrema crudeltà, all'ennesima potenza? Insomma, rimango incastrato in questa contraddizione.

E sicuramente non è una castroneria dire che questa contraddizione è presente anche e soprattutto nella Bibbia, e nello stesso Vangelo.

Un aiuto a risolvere il nodo può venire guardando una delle ottime inchieste di Al-Jazeera. Si tratta di un reportage sul nord dell'Uganda, tormentato da decenni da una guerra civile raccappricciante. E' una guerra che reclama giustizia a gran voce.

Una prima risposta a questo bisogno di giustizia viene dalla corte penale internazionale, che ha emesso un mandato di cattura nei confronti di Joseph Kony, leader della guerriglia. Pare che siamo proprio il mandato di cattura a rendere più difficile il raggiungimento di un accordo e della pace. La soluzione della corte penale è una giustizia retributiva: chi ha sbagliato paga in modo proporzionale ai propri errori e la pena farà da esempio ai posteri. Questa è la giustizia a cui siamo abituati, al punto da considerarla l'unica forma di giustizia possibile.

La popolazione del nord dell'Uganda chiede, invece, un'altro tipo di giustizia, che non abbia come fine la punizione del colpevole, ma la ricostituzione delle relazioni spezzate dalla violenza. Ad una ammissione di colpa, si è pronti ad offrire perdono e conquistare la pace. Questa proposta non viene, è bene ribadirlo, da un qualche pacifista idealista ed estraneo alle sofferenze di questo popolo, ma da gente che ha visto i propri figli ed amici morire, venire mutilati e stuprati, e subire ogni tipo di violenza.





Ecco, io non credo di capire davvero a fondo gli abitanti del nord dell'Uganda (come di quelli del Rwanda, che cercano di uscire dal trauma del genocidio proprio con questa giustizia ricostitutiva), però penso che Dio è giusto come sono giusti loro.

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