sabato 15 dicembre 2007

Disabili liberi

Una delle parole d'ordine della mia ditta è "choice", scelta. Il mio lavoro consisterebbe, infatti, nel permettere ai miei clienti (cioè i disabili) di fare il numero più alto possibile di scelte indipendenti. L'idea mi piace molto, fa tanto Amartya Sen ed pare pure molto sensata. Solitamente, "l'abile" è svelto a decidere al posto del disabile, abusando così del proprio presunto vantaggio intellettivo: il tipo di sandwich, il gusto delle patatine, quanti soldi spendere e come e dove andare e come: alla fine è sempre l'educatore che sceglie, se non altro perchè si fa prima che a chiedere e comunque l'educatore sa sempre sempre cosa è meglio fare. L'educatore è un po' come Dio.

Ma, dicevo appunto, noi siamo diversi e promuoviamo la libertà di scelta del disabile. Poi, però, affianco alla parola d'ordine "choice", ne affianchiamo un'altra, "duty of care", l'obbligo di cura. E' una parola d'ordine bastarda perchè si può allargare all'infinito. Si parte dal comprensibile fatto che se un disabile vuole buttarsi dalla finestra è mio compito tentare di impedirglielo (se non altro perchè dopo nei casini ci finisco io). Si arriva però fino alla scelta delle scarpe da tennis, che devono essere appropriate all'età e al genere. Le scarpe rosa di sailor moon il disabile, maschio trentenne, se le può tranquillamente scordare. E pure i soldi bisogna saperli maneggiare e non si può spendere un salario in taxi. Il disabile, certo, è incoraggiato a fare tutte le scelte del mondo, baste che queste siano socialmente rispettabili e ragionevoli. Il disabile, in altre parole, non può sbagliare ed è il dovere di cura dell'educatore impedirglielo. E l'educatore ritorna Dio.

Anzi, più di Dio, perchè Dio, alla fin fine, ci lascia tutta la choice che ci pare, anche di buttarmi giù dalla finestra e persino di prendere a bazookate il mio vicino di casa. Ci ha lasciati liberi di andare contro le norme sociali, di sbagliare e di continuare a farlo. Ma, ovviamente, noi, per fortuna, non siamo mica disabili.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

scusa la banalità, ma ti pare che, al di là della retorica l'uomo e la donna siano "infinitamente" liberi?
Ma ti pare che io e Montezemolo abbiamo le stesse possibilità di scelta? o che una aborigena australiana abbia la stessa gamma di possibilità di scelta della sua connazionale Nicole Kidman?
La libertà è una cagata inventata dalla religione e dai borghesi ma la verità è che conta per capirla e interpretarla molto di più la categorizzazione di classe, la struttura economica del mondo.
E il fatto che la gran parte dei tuoi esempi per spiegare cos'è la libertà (cioè l'acquisto della roba) dimostrano che non possiamo fare a meno dell'analisi economica della società per spiegare la libertà.
A meno che tu non sia un santone hindù, è ovvio.
g.p.

luca ha detto...

sugli esempi che ho fatto cogli decisamente un punto (anche se qualche tempo fa scrissi un post sulla libertà di scelta nelle proprie relazioni affettive).

concordo quasi del tutto con te quando dici che la libertà è un fattore soprattutto economico-sociale. nella mia esperienza in kenya mi è diventato chiaro come la povertà non sia altro che mancanza di libertà (per cui io vivevo nelle "loro" stesse condizioni materiali, ma non ero povero perchè io quelle condizioni me le ero scelte - avendo le risorse per prendermi un biglietto aereo). lo stesso concetto è ripreso dal famoso libro di sen, sviluppo è libertà, senza scomodare marx.

tutto vero, ma fino ad un certo punto: l'uomo, indipendentemente dalle sue condizioni materiali, mantiene la libertà più importante giudicare cosa è bene e cosa è male (non era proprio questo che scriveva nietzsche nello zaratustra?).

cmq. senza stare a disquisire di quanta libertà ciascuno di noi abbia, mi pare un dato di fatto che tutti o quasi abbiano un margine per fare delle scelte. il punto che volevo sottolineare qui è che per rispettare la dignità di ognuno bisognerebbe permette che questo si sobbarchi pure le conseguenze delle proprie scelte.

mi chiedo se una libertà (qualunque libertà) senza responsabilità sia una libertà autentica.

Unknown ha detto...

offtopic: quando vuoi che ti dia gomorra?

luca ha detto...

ci vediamo domani o dopodomani?

Unknown ha detto...

ok ti contatto oggi

Anonimo ha detto...

...Complimenti per l'analisi lucida. Hai sollevato un tema - la "libertà di sbagliare" - tanto poco considerato quanto fondamentale... e te lo dice una che sta "dall'altra parte", e a cui, per tanto tempo, è stato impedito di sbagliare. Appena sono stata abbastanza autonoma per farlo, chiaramente, mi sono rifatta ;-)

luca ha detto...

si sbagli chi può!