lunedì 14 gennaio 2008

Apologia di Benedetto

Ha un accento terribile e si veste in modo agghiacciante. Non ha tatto e il senso diplomatico di un unno. Eppure.

Dell'altro papa non ho mai letto nulla. Mi bastava la televisione, il servizio del tg, le quattro frasi ad effetto. Benedetto invece è un papa da leggere.

Non sempre scrive (e dice) cose che condivido, ma ti costringe a confrontarti con lui. Il discorso di Ratisbona, per esempio. Centra uno dei punti fondamentali del magistero di Ratzinger, il rapporto tra fede e ragione. Il papa insiste molto sulla loro convergenza profonda. Io, che in fin dei conti credo in un Dio uno e trino; che si è fatto uomo; che, morto e sepolto, è resuscitato; di cui mangio la carne nell'eucarestia e che mi invita ad essere povero casto ed ubbidiente, faccio molta fatica e vedere questa convergenza.

Ma più spesso leggo di Benedetto pagine appassionate e appassionanti, che esprimono il cuore pulsante del cristianesimo, come le due encicliche, Deus est caritas e Spe salvi. Oppure il discorso per i Vespri Mariani a Mariazell, dove spiega la sequela di Cristo: povertà, castità e ubbidienza.

Benedetto è uno con la schiena dritta. Bastona dove c'è da bastonare, a destra e a sinistra, senza guardare in faccia a nessuno, e recuperando, invece, quello che, teologicamente e pastoralmente, va salvato. Così è per la teologia della liberazione: il Sant'Uffizio ha ripreso Jon Sobrino (teologo della liberazione) per aver relativizzato il ruolo salvifico della Chiesa, allo stesso tempo Benedetto ha ripreso temi cari alla teologia della liberazione (le strutture che creano ingiustizia) nel suo discorso per la conferenza episcopale sudamericana. Quasi inosservato, ma altrettanto significativo della personalità del pontefice, è il richiamo al movimento neocatecumenale riguardo alle modalità di celebrazione dell'eucarestia.

Si è dimostrato molto più distante dall'Opus dei di quanto non lo fosse Giovanni Paolo. Per cominciare ha sostituito Navarro Vals con un gesuita (e chi si intende un poco di politica ecclesiale saprà della grande rivalità tra Opus e Società di Gesù). Poi, scorrendo la pur molto discutibile lista del presunto organigramma dell'Opus in Italia che circola in rete, si noterà che nessuno dei prelati sospettati di essere vicini all'organizzazione di Escrivà è rimasto al suo posto. Ormai l'Opus ha più agganci al governo che in Vaticano.

Un altro aspetto cruciale del pontificato di Benedetto è lo sforzo per l'unità dei cristiani. Uno sforzo che va in tutte le direzione e sembra stia portando qualche frutto, specialmente in relazione ai lefevriani e agli ortodossi. Esso può sembrare in contraddizione con l'accento posto sulla razionalità della fede e il rigetto di ogni forma di relativismo. In questa contraddizione apparente credo si annidi il malinteso (?) con molti suoi osservatori e critici. Il vero dialogo per Benedetto parte dalla ricerca della verità e dall'onesta ammissione delle proprie convinzioni. Che dialogo e che confronto sono possibili se si parte dal presupposto che tutte le opinioni sono egualmente vere? Non sarebbe vero dialogo, ma un semplice parlarsi affianco.

Di questo dialogo vero, mi sembra, molti hanno paura in Italia. Saltano sulla sedia spaventati e in difesa ad ogni espressione di "pensiero forte" da parte di Benedetto. Manca, così almeno mi pare, il coraggio e l'orgoglio per le proprie convinzioni, che permetterebbero un confronto a viso aperto con le affermazioni del papa. Molto spesso si preferisce invece rifugiarsi in accuse di illiberalismo e intolleranza che lasciano il tempo che trovano, oltre a distorcere il senso di molte delle dichiarazioni del Papa.

Anche politicamente la situazione non è molto diversa, si strilla di paura appena Ferrara fa buh!, si rifiuta il confronto, si sta sulla difensiva senza la capacità di proporre una visione alternativa e concorrente. Si lamenta lo strapotere clericale, dimenticando che ormai in chiesa non ci va quasi più nessuno.

Perchè, piuttosto, non accettare il guanto di sfida lanciato da Benedetto? Paura di perdere?

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Tante sciocchezze così insieme non le avevo mai lette.

A voi cattoclericali italiani sfugge sempre un punto essenziale: il papa è roba VOSTRA. L'opinione di Ratzinger e dei suoi cortigiani, per un non-credente, vale quanto quella del proprio vicino di casa.

Il "dialogo" avrebbe un senso se davvero una società fosse dominata o egemonizzata da un certo tipo di visione, ovvero se una fetta consistente e maggioritaria dei suoi cittadini fossero animati, nella propria vita, dal pensiero di B16 e della chiesa cattolica. Così non è. Potrebbero bastare i 10 comandamenti a rivelare la tremenda ipocrisia che spadroneggia fra voi sedicenti cattolici. Ci aggiungo poi comportamenti più moderni: nonostante da anni ci stiate letteralmente massacrando i coglioni con il retoricume familista, nel cattolicissimo Veneto il tasso di divorzi è pari a quello della gayfriendly California. E si potrebbe dire molto altro ancora.


La chiesa cattolica influenza gli uomini, non le coscienze. E' capace di indirizzare leggi e regolamenti non in virtù del proprio pensiero, ma del proprio materialissimo potere. Non influenza i comportamenti individuali, ma forza quelli collettivi.

Se davvero B16 avesse questo straordinario potere di influenza delle coscienze, non dovrebbe temere norme e regolamenti su divorzio, aborto, eutanasia, coppie di fatto, etc. Se lo fa (se lo fate, sarebbe meglio dire) è perchè sapete benissimo che la sua (vostra) capacità evangelizzatrice non esiste. E non siete in grado di influenzare un bel niente con il pensiero.

Perchè dovrei perdere tempo a dialogare con gente che culturalmente è così ininfluente?

Anonimo ha detto...

Titollo: Io invece non ho mai letto un commento così spocchioso e pieno di pregiudizi.

Il fatto che per te il papa sia paragonabile al tuo vicino di casa è un chiaro segnale che hai un'opinione estremamente alta del tuo vicino di casa o che il tuo vicino di casa è il Dalai Lama.

B16 è la guida spirituale (e politica) di una delle più grandi religioni organizzate della terra e la sua opinione non rappresenta semplicemente un parere personale, ma la posizione ufficiale di milioni di persone. Il fatto che la cosa non ti piaccia è un problema (e sottolineo problema) tuo (e sottolineo tuo).

La chiesa cattolica non influenza i comportamenti individuali? Vuoi dire che tutte le persone che pregano, che fanno la carità, che si comportano da "buoni cristiani" sono stati forzati a un livello pubblico? Le posizioni sull'aborto e sul divorzio della chiesa cattolica sono posizioni legittime (proprio come legittime sono le stronzate che scrivi in giro per la blogosfera), il fatto poi che nel cattolicissimo veneto (in cui la bestemmia è usata come intercalare) il numero dei divorzi è pari a quello della California, significa che non tutti gli individui condividono necessariamente i dettami del catechismo. (io nemmeno, ma non posso negare di essere stato influenzato abbondantemente durante la mia formazione dalla buona novella).

Ìn conclusione, perché dovresti perdere tempo a dialogare con gente culturalmente così ininfluente come il Papa e i cattolici?

1. perché dialogare con chi ha un'opinione differente dalla tua sicuramente può aiutarti a superare il tuo delirio di onniscienza.

2. Già, perché semplicemente non stai zitto?

luca ha detto...

x titollo: mi consola il fatto che il record delle sciocchezze venga spesso battuto.

certo che è roba nostra. e dal mio punto di vista questo papa è fonte di stimoli e spunti di riflessioni come gpII non lo era mai stato.

non ho mai sostenuto che b16 abbia uno straordinario potere di influenzare le coscienze. Anzi proprio perchè non lo ha, fatico a capire questo isterismo. Invece di starnazzare al papa! al papa! bisognerebbe interrogarsi sulla caporetto della laicità. Bisogna essere proprio in una situazione di estrema debolezza intellettuale e politica se ogni parola del papa genera un terremoto.

Incomincio io, con una osservazione dal mio punto di vista. Dagli anni 70 è stata fatta piazza pulita del laicato cattolico: fuci, ac, acli sono sparite o diventate assolutamente ininfluenti. E' rimasta solo cl, ed è tutto dire. Questo è sicuramente dovuto ad un certo riflusso generale, ma ci sono anche precise responsabilità ecclesiali, quando invece di coltivare e proteggere quello che c'era, si è deciso di scavalcare il laicato e fare di testa propria travalicando i limiti del ruolo di prete/vescovo.

Ironico che la laicità entri in crisi, quando in crisi sono i cattolici, no?

luca ha detto...

x cuoredicane: grazie per il commento di sostegno (che da te non mi aspettavo).

alcune precisazioni. le opinioni del papa (che non è certo una guida politica) non sono la posizione ufficiale della chiesa ma solo le sue opinioni. certo è che per me le opinioni di un papa non sono indifferenti e comportano l'obbligo di confrontarmici.

poi ci sono forme ufficiali per esprimere l'opinione ufficiale della chiesa.

Anonimo ha detto...

>mi consola il fatto che il record delle sciocchezze venga spesso battuto.

Infatti CuoriDiCane ti ha battuto ampiamente.

Passiamo oltre.

>non ho mai sostenuto che b16 abbia uno straordinario potere di influenzare le coscienze. Anzi proprio perchè non lo ha, fatico a capire questo isterismo.

Ribadisco la domanda: perchè mai si dovrebbe perdere tempo a discutere con una istituzione che, per tua stessa ammissione, ha perso completamente la propria capacità egemonica? Era questa la domanda posta dal tuo post.

luca ha detto...

è singolare l'idea che si debba discutere solo con una "istituzione" che è egemonica.

in realtà la discussione non è un obbligo ma una possibilità. l'alternativa al dialogo è ignorare. mi pare, però, che non si faccia nè l'uno nè l'altro e ci si concentri, piuttosto, sulla strillata isterica (tipo i professori della sapienza).

Anonimo ha detto...

Da una persona intelligente come te mi aspettavo una lettura più accurata.

I professori de La Sapienza hanno scritto al Rettore, non al papa. Hanno ritenuto inopportuna (a mio modo di vedere, a ragione) la visita di un uomo che ha considerato il fondatore della scienza moderna come meritevole delle persecuzioni che ha ricevuto. Sarebbe stato come invitare Hitler a parlare in una sinagoga: non opportuno. Ma, ribadisco, la questione è tutta intera: docenti vs. Rettore. Non si è chiesto a Ratzinger di non andare. Si è chiesto al Rettore di ritirare l'invito.

Quello che sta succedendo negli ultimi mesi non è altro che l'ultima puntata di una questione che non riguarda il (mancato) confronto fra pensiero laico e religioso, ma i rapporti fra istituzioni "laiche" (Stato, Università, ...) e istituzioni "religiose" (Vaticano). Non confondiamo le due cose.

Ti giro per la terza volta la domanda: perchè un laico come me dovrebbe discutere con Ratzinger di qualcosa che nemmeno i cattolici ascoltano (per tua stessa ammissione)?

luca ha detto...

titollo, hanno chiesto al rettore di non invitare il papa citando malamente un suo discorso. in realtà il papa non ha mai detto o scritto che galileo ha meritato le sue persecuzioni. ha, semmai, scritto che non è possibile basare un'apologetica dell'inquisizione contro galileo a partire dalle opinioni critiche verso ques'ultimo di bloch, feyerabend e weiszaecker.

ma sappiamo tutti che in tempi di guerra di religione pure l'analisi logica diventa un'opinione.

il fatto che quelle del papa siano delle opinioni non significa che io, e con me molti cattolici e non, non le ascoltino, le valutino e poi decidano se essere daccordo o no.

io non so perchè tu in particolare debba essere interessato a confrontarti con quello che dice il papa. forse perchè è cosa buona e giusta porsi delle domande? interrogarsi sul mondo? nessuno ti obbliga a farlo e a farlo partendo dal papa. è una possibilità.

il problema della laicità lo vedo pure io, tu lo sai. ho scritto ai tempi della discussione sui dico un post molto critico verso la cei e in un commento qua sopra ho pure cercato di delineare un abbozzo di genealogia del problema.

quello che do per sicuro p che il problema non si risolve insultando il papa o distorcendo il significato delle sue parole, come è avvenuto a ratisbona, per la sua enciclica e pure per galileo.

se, come dici tu, è un problema di rapporti istituzionali allora quello che scrive b16 sul rapporto tra ragione e fede cosa c'entra?

andrea ha detto...

sottoscrivo, papa Ratzinger come politico e come comunicatore, al contrario di Woytila che era un fuoriclasse, è un disastro ma come intellettuale ha grande spessore e merita rispetto. il tuo post peraltro è molto interessante e ho appreso cose che non conoscevo, complimenti!

Anonimo ha detto...

Ti posso rispondere per me, in quanto non rappresento il pensiero laico.

Sono affascinato dalle avanguardie filosofiche e culturali. Sono queste cose che stimolano la mia mente, che mi fanno sorgere dubbi, che mi propongono risposte (quasi mai quelle giuste ...). In tutta sincerità Ratzinger, oltre ad essere filosoficamente inconsistente (non lo dico io), è assai poco d'avanguardia.

Per citare un esempio: osservo l'organizzazione sociale che cambia, il concetto di famiglia che si evolve e che va ad abbracciare situazioni che 30 anni fa non erano nemmeno immaginabili. Siccome ritengo le forme di aggregazione sociale un elemento positivo per lo sviluppo umano, mi interrogo sulle conseguenze prossime venture delle evoluzioni in atto e dei possibili rimedi. Converrai che confrontarsi con chi spera di tornare ai tempi in cui l'unica famiglia era quella di "madre-padre-bambino-cane" mi sembra, oltre che ridicolo e reazionario, anche un tantino velleitario.

Naturalmente ci possono essere quei laici che credono che ci sia qualcosa da dirsi. Però fammi dire che in Italia non ci sarà confronto possibile prima della soluzione definitiva del problema dei rapporti "istituzionali" fra Stato (politica) e chiesa.

luca ha detto...

di teologia capisco poco e quindi non sono in grado di valutare lo spessore di ratzinger. non mi pare che abbia mai scritto o detto nulla di radicalmente nuovo (figuriamoci: un guardiano dell'ortodossia) da questo punto di vista.

Però mi pare abbia una ottima capacità sintetica, di cogliere gli aspetti fondamentali del tema che affronta (per quanto mi riguarda soprattutto a riguardo della morale: il concetto di amore, quello di speranza - per rimanere alle encicliche).

un interrogativo che pone è se la razionalità scientifica può dare un senso all'esistenza e definire i limiti di ciò che è lecito. lui dice di no e che è la fede in Cristo a poter dare queste risposte. Questo gli merita l'accusa di oscurantismo. Data la mia avversione, nata da studente di politica, per la pretesa di avere l'ultima parola su tutto accampata dal mondo scientifico, la mia solidarietà al papa trascende addirittura la mia religione. diciamo che mi basta (paradossalmente) foucault.

ho letto la lettera di cini al rettore. ho avuto la netta impressione che l'autore avesse seri problemi di comprensione del testo, citando un po' alla rinfusa frasi di cui non capiva il senso. il confronto dovrebbe partire da una grammatica condivisa, altrimenti...

cmq. sono daccordo che c'è bisogno di risolvere un problema di relazioni tra stato e chiesa. non mi pare che sia istituzionale, ma piuttosto politico. il concordato va benissimo. è il coraggio di accettare l'opinione del papa per quello che è (cioè un'opinione) che manca. manca anche una destra onesta che usi la propria testa invece di sposare tutto quello che dice il papa a prescindere. una televisione pluralista, manca. del laicato cattolico ho già parlato.

luca ha detto...

grazie andrea.

Anonimo ha detto...

interssante dibattito.
Ho però una domanda per te:
mi pare che b16 abbia messo in duscussione una dei cardini del Vaticano II, ossia l'affermazione che esistono gradi di verità in tutte le religioni. Che ne pensi?
massimo

Unknown ha detto...

Luca: ho poco tempo e faccio una sola osservazione.

>"titollo, hanno chiesto al rettore di non invitare il papa citando malamente un suo discorso. in realtà il papa non ha mai detto o scritto che galileo ha meritato le sue persecuzioni. ha, semmai, scritto che non è possibile basare un'apologetica dell'inquisizione contro galileo a partire dalle opinioni critiche verso ques'ultimo di bloch, feyerabend e weiszaecker."

Se ti leggi gli stralci di quel discorso, vedi che quello del 1990 su Galileo era un semplice resoconto aneddotico (con le opinioni di Bloch, Feyerabend e von Weizsaecker citate fuori contesto) all'interno di un discorso che sostanzialmente, introduzione tesi conclusione, diceva: LA SCIENZA DEVE PORSI DEI LIMITI NEL SUO PROGREDIRE (E LA RAGIONE DEVE ESSERE GUIDATA DALLA FEDE).
Quindi, assolutismo e scolasticismo.

>"le opinioni del papa (che non è certo una guida politica) non sono la posizione ufficiale della chiesa ma solo le sue opinioni."

Il papa e' la guida politica della citta' del vaticano e da secoli al potere spirituale ha associato anche un potere temporale diretto o indiretto. E' una gerarchia, con vincoli di obbedienza e fedelta'. E se anche non fossero la posizione ufficiale della chiesa, le opinioni del papa per forza di cose devono derivare dalla posizione ufficiale altrimenti ci sarebbe scisma (come e' gia' successo)
E, piccolo particolare, dal Concilio Vaticano I del 1868-70 e' sancito il dogma che quando il papa parla in materia di fede e morale ex cathedra, e' infallibile.

>Certo è che per me le opinioni di un papa non sono indifferenti e comportano l'obbligo di confrontarmici.

Ma appunto: per te che sei credente c'e' l'obbligo di confrontartici. Per chi come me e' agnostico o per un ateo convinto o un cattolico non praticante, non c'e' nessun obbligo. Ma se si vede che i miei politici si mettono a zerbino a ogni affermazione di un portatore sano di sottana, da' leggermente fastidio.

Io ammiro chi crede in qualcosa: ma la chiesa deve essere separata dallo stato. Per poter essere applicata, la morale riguarda la sfera personale, e li' rimane.

luca ha detto...

x massimo: non mi pare che abbia messo in discussione che in ogni religione esistano dei gradi di verita'. ma mi potrei anche sbagliare. vorrei leggere dove hai ricavato questa impressione per esprimere un giudizio qualificato.

x ja: dallo stralcio che ho letto faccio molta fatica a ritrovarci quello che dici tu. come ho scritto sopra, pero', ratzinger mette in dubbio l'idea che la scienza possa fornire senso all'esistenza e darsi i propri limiti. se questo e' assolutismo (perche' mai poi? io direi proprio il contrario)e scolasticismo, beh allora sono assolutista e scolastico anch'io. pero' lasciami dire che un mondo in cui e' lo scienziato a comandare (dittatura tecnocratica?) assomiglia molto ad un brave new world alla huxley.

il vaticano e' uno stato per modo di dire, e lo sappiamo tutti. quando e' stato uno stato vero e' servito ha garantire l'indipendenza della chiesa dal potere politico (cosa che non e' successa per tutte le altre religioni, denominazioni cristiane incluse). Ora immagino che abbia una qualche utilita' pratica. Ma da qui trarre un ruolo politico per i papi dell'ultimo secolo non fa onore alla tua intelligenza. cio' detto il papa ha modi per parlare con "autorita'". tra questi non rientrano certo discorsi fatti quando era cardinale e, secondo me, nemmeno le encicliche. e cmq. il papa ha autorita' per quanto riguarda i dogmi. chi rigetta un dogma e' uno scismatico, non certo chi pensa, in tutta coscienza, che usare un preservativo non sia peccato.

se i politici si mettono a zerbino, la colpa mi pare dei politici. prendersela con il papa per la nostra crisi della politica mi sembra roba velleitaria.

chiudo notando che la polemica con la sapienza nasce perche' il papa ha espresso delle legittime opinioni sul rapporto tra fede e scienza. non puo' piu' parlare nemmeno di questo? certo che puo', la lettera era infatti ipocrita.

il problema vero non e' fede e ragione (di cui, diciamolo, ci importa meno che nulla), ma delle problematiche legate alla famiglia. e quello che brucia e' che le opinioni del papa a riguardo sono condivise dalla maggioranza degli italiani.

certo e' che non e' con le sceneggiate della sapienza che si cambia la situazione.

luca

Unknown ha detto...

>"x ja: dallo stralcio che ho letto faccio molta fatica a ritrovarci quello che dici tu."

Sta pure su Repubblica e sul Giornale, lo stralcio completo. Abbiamo probabilmente letto la stessa cosa, solo che abbiamo priors diversi :-)

>"ratzinger mette in dubbio l'idea che la scienza possa fornire senso all'esistenza e darsi i propri limiti. se questo e' assolutismo (perche' mai poi? io direi proprio il contrario)e scolasticismo, beh allora sono assolutista e scolastico anch'io.

Appunto, fa il suo mestiere: l'unica autorita' morale universale e' la chiesa cattolica in quanto espressione in terra di cristo.
A parte che gli ortodossi questa cosa delle gerarchie assolutistiche l'hanno un po' vista con sospetto da un migliaio d'anni, diciamo.

>"Ora immagino che abbia una qualche utilita' pratica. Ma da qui trarre un ruolo politico per i papi dell'ultimo secolo non fa onore alla tua intelligenza"

Ma quale ultimo secolo! gli ultimi 15-16 anni, diciamo, ma riconosco che puo' essere legato sia alla debolezza della chiesa altrove sia alla debolezza dei politici italiani...

>"pero' lasciami dire che un mondo in cui e' lo scienziato a comandare (dittatura tecnocratica?) assomiglia molto ad un brave new world alla huxley."

I grandi scienzati hanno bene in testa le implicazioni pratiche della conoscenza propria della scienza e sanno di non comandare. Senza scomodare Einstein e Heisenberg, basti dirti che Aldous Huxley era nipote di Thomas H. Huxley, uno dei piu' grandi biologi evoluzionistici del secolo scorso e rettore del Royal College of Science, e aveva un fratello biologo, anche.
Semmai una citazione anche piu' drastica di Huxley e' "We", di Yevgeny Zamyatin, scritta nel 1920. Le persone hanno numeri, non nomi.

>"se i politici si mettono a zerbino, la colpa mi pare dei politici. prendersela con il papa per la nostra crisi della politica mi sembra roba velleitaria.chiudo notando che la polemica con la sapienza nasce perche' il papa ha espresso delle legittime opinioni sul rapporto tra fede e scienza. non puo' piu' parlare nemmeno di questo? certo che puo', la lettera era infatti ipocrita."

Ancora una volta: La lettera dei fisici era privata, e rivolta al Rettore, non al pubblico o al papa, tantopiu' che l'attenzione dei media e' diventata morbosa solo dopo due mesi. Niente da dire sul fatto che sia colpa dei politici, sono d'accordo. Ma quando gli scienzati non si mettono a zerbino a casa loro, si ci lamenta che impediscono di parlare al papa, che c'ha tutta la grancassa mediatica ogni giorno? Ma come, caro mio? vuoi la botte piena e la moglie ubriaca :-)

"il problema vero non e' fede e ragione (di cui, diciamolo, ci importa meno che nulla), ma delle problematiche legate alla famiglia. e quello che brucia e' che le opinioni del papa a riguardo sono condivise dalla maggioranza degli italiani."

Sono completamente d'accordo. Visto che e' usato sostanzialmente per pagare lo stipendio per i sacerdoti, aboliamo l'otto per mille e le esenzioni ICI e destiniamo il miliardo e mezzo di euro interamente alla famiglia, agli asili nido, ai sussidi di maternita' per le donne e i padri.
Che dici? ;-)

Anonimo ha detto...

Guarda, senza scendere troppo nei particolarismi, io trovo assurdo che si debba trasformare un papa che per ventanni ha fatto il censore nell'ufficio dell'ex inquisizione, in una vittima della censura.
Il papa va contro tutti i principi della scienza, perchè intende imporre una verità etica presupposta sulla base di alcuni dogmi di partenza. Verità che impongono criteri di normalità puntualmente antistorici che portano alla discriminazione e alla censura morale di tutti i comportamenti sociali che il papa definirebbe "eticamente inaccettabili."
Questo sarebbe bastato a non invitarlo in un luogo che fa del dubbio scientifico la sua base epistemologica e in una istituzione laica che fa della volontà e delle libere scelte dei cittadini il suo unico riferimento morale.

brigante.ilcannocchiale.it

luca ha detto...

ja, per fortuna che hai poco tempo!
qualche breve commento, che tanto vedo che c'è poco da litigare.
- priors: i tuoi li conosco bene! ;p
- politici: non do la colpa ai poltici, dico che è un problema politico. la nostra pseudo classe dirigente è più una conseguenza che una causa (ma anche un po' causa, è vero).
- la lettera non mi pare tanto privata, visto che l'abbiamo letta tutti. cmq. le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. bene, bravi, bis.
-scienziati: evidentemente alla sapienza non sono grandi scienziati.
-8x1000: io non sarei contrario.

brigante: l'idea che l'etica sia un prodotto di principi scientifici, come sembri implicare tu, mi mette la pelle d'oca.

Anonimo ha detto...

Io non mi addentro nuovamente in tutta questa triste vicenda. Intervengo solo per dire che condivido tutti i priors di Ja :-P

luca ha detto...

non ne dubitavo.

Anonimo ha detto...

Io non conosco nessuno dei due ... però si capisce a pelle che Ja ha dei priors migliori dei tuoi :-PPP