1. La crisi kenyota procedeva come prevedibile: le manifestazioni dell'opposizione Raila Odinga avevano fatto fiasco, il presidente Mwai Kibaki nomina un governo che comprende come suo vice Kalonzo Musyoka il terzo arrivato nella competizione elettorale e lascia alcune posizioni aperte, pronte per essere occupate da un manipolo di trasformisti. La comunità internazionale fa un po' di rumore, conta come il due di picche ma almeno non fa danni. Poi, l'altro giorno, sorpresa!
2. Bisognava eleggere il presidente del parlamento, dove il governo è in minoranza, ma contava di riuscire a comprare un numero sufficiente di parlamentari per superare quota 50%. A dispetto di ogni previsione, mie comprese, l'opposizione è disciplinata e compatta: tiene e vince per un pugno di voti. Ma vince. E' una notizia clamorosa e inaspettata. Per valutarne la vera portata bisogna aspettare ancora un po'. Intanto teniamola a mente.
3. Questo risultato ha ridato vigore alla protesta, e purtroppo anche la polizia si è fatta prendere la mano. Si alza il livello dello scontro? O si alza solo il prezzo degli onorevoli pronti a fare il salto della quaglia? Intanto il governo non si mostra preoccupato dalla prospettiva di non avere una maggioranza o, peggio, di dover subire un voto di sfiducia che riporterebbe il paese alle elezioni. Di fatto, nemmeno Odinga mi sembra molto convinto della realisticità di nuove elezioni e tiene sempre una porta aperta al "dialogo".
4. Sono ancora convinto che si arriverà ad un accordo e che quello a cui stiamo assistendo ora sia puro poker. La partita potrebbe essere ancora lunga. Odinga sembrava spacciato e invece è riuscito a rialzare la testa. E ricordiamoci ancora che ci è riuscito in parlamento e non sulla piazza.
5. Qualche link.
La solita completa ed eccellente analisi storico-politica della crisi di Prunier. La migliore che abbia trovato finora.
Un editoriale di politica più spicciola, ma utile per capire l'evolversi della situazione. Dallo Standard.
Un approfondimento sull'elezione del presidente del parlamento di Ryan Sheely. Utile per capire come funziona la politica, in Kenya, ma anche altrove. Con una serie di link da seguire.
Via Kenyan Pundit, un video sul funerale di Tom Mboya, il ministro degli esteri del primo governo del Kenya, morto assassinato.
Ushahidi significa testimoni. E' un sito aperto dalle blgostar kenyote in cui si possono segnalare scontri e violenze (e tenere sott'occhio).
4 commenti:
E se ne parla sempre troppo poco nei tg. Tutti impegnati a scoprire gli anelli che regala il presidente francese o ad attaccare chi ha osato manifestare dissenso verso il papa...che tristezza
i tg italiani sono addirittura peggio di quelli inglesi.
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