domenica 27 gennaio 2008

Tradurre Marx: Lavorello Porcello

Lunghi anni di studio del tedesco mi sono serviti solo a due cose: flirtare con le tedesche e leggere gli autori tedeschi in lingua originale (e, a dirla tutta, più la seconda che la prima). Tra gli autori in questione c'è naturalmente anche Karl Marx. A differenza di studiare il tedesco, leggere Marx in tedesco ha svariati vantaggi. Eccone alcuni.

1) Si fa colpo (e non solo sulle tedesche),
2) si ripassano regole di grammatica e vocabolario,
3) si capisce meglio quello che Marx vuole dirci, perchè ci si risparmia la traduzione di traduttori che o non hanno ben capito quello che leggono, o che vogliono dimostrarci di avere capito benissimo e rimpinguano la loro traduzione con concetti e idee loro, per lo più astrusi e poco fedeli al testo originario.

Un esempio è l'espressione "lavoro morto". Ma che è sto lavoro morto? Ma l'avrà mai usata Marx? E' forse un'invenzione di pensatoio? oppure di Toni Negri? Proprio non capivo... fino all'altro ieri. Stavo seduto sul divano a guardare Beetlejuice, Spiritello Porcello e mi si è accesa una lampadina.

Dopo rapida ricerca su google, ho accertato che l'espressione "lavoro morto" effettivamente si usa. In inglese si dice "dead labour". In tedesco, però, non si dice "gestorbene Arbeit", ma "vergangene Arbeit". Ora "vergangen" è un participio passato che significa passato e solo in senso piuttosto lato significa morto (il chè spiega il mio sconcerto di fronte a quella curiosa espressione funebre). Cioè, significa "morto" in un senso simile all'italiano "passato a miglior vita".

Ed in effetti, il lavoro, trasferito sotto forma di valore dal sudiciume delle fabbriche allo scintillio della City, è veramente passato a miglior vita. Ma non è morto e sepolto! Tutt'altro! E' lì, scalpitante, tutto frizzi e lazzi, che non vede l'ora di essere invocato, evocato, resuscitato, chiamato dall'aldilà all'azione da un qualche giovane broker spregiudicato a colpi di click sulla tastiera (tre, per la precisione) , proprio come uno spiritello porcello. Anzi, un lavorello porcello.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

ma tu che ci hai capito qualcosa lavoro morto e lavoro astratto sono la stessa cosa?

Anonimo ha detto...

Se nel corso del lavorello, trovi altre chicche faccelo sapere.
A me già costerà una ventina d'anni leggerlo in italiano.
Dividiamoci il lavoro (quello morto te lo tieni tu)

Pensatoio

p.s io definivo il lavoro morto lavoro cristallizzato.

Anonimo ha detto...

Vogliamo parlare del rumore bianco e della passeggiata aleatoria che si trova in qualche traduzione italiana di pubblicazioni anglosassoni?

luca ha detto...

x brigante: da quel che ho capito la risposta è no. secondo me il lavoro astratto è quello degli intellettuali, che infatti più che un lavoro fanno un'astrazione di lavoro. toni negri, per esempio, da quello che scrive si capisce benissimo che in vita sua ha lavorato meno che titollo e che poveri e proletari li ha visti solo in televisione (su artè, scommetto).

x pensatoio: svegliamo gli altarini. ho letto solo il capitale (primo libro) in tedesco, mentre il manifesto l'ho letto in italiano, ovviamente saltando a piè pari l'introduzione di bordiga.

detto questo, il lavoro morto me lo terrei più che volentieri, possibilmente in ingenti quantità su un conto corrente in svizzera.

ps. lavoro morto, lavoro cristallizzato o lavorello sporcello sono la stessa cosa. o no?

x titollo: qui scorgo l'inizio di una bella pubblicazione sul "best of" delle traduzioni italiane.

Unknown ha detto...

Marx era trilingue. La traduzione della preposizione "vergangen" e' esattamente uguale a "late" inglese. cioe' defunto.

@titollo: "Vogliamo parlare del rumore bianco e della passeggiata aleatoria che si trova in qualche traduzione italiana di pubblicazioni anglosassoni"

Non solo italiana. "Bruit blanc" e "marches aléatoires" sono le traduzioni francesi (la seconda, poi, fu usata da Lévy stesso medesimo)
@luca: spiritello porcello, eh?

luca ha detto...

ja, dopo questo commento, ne sono proprio convinto: sei degno di beetlejuice!

io purtroppo mi devo accontentare di google, in cui l'espressione late labour non compare (se non in riferimento a tony blair), mentre, invece, abbonda dead labour. cmq. insisto le traduzioni inglese e italiana non danno il senso pieno di vergangene arbeit e sono, a mio modestissimo avviso, pure concettualmente sbagliate.

Anonimo ha detto...

Molto interessante il tuo chiarimento, grazie mille, sto scrivendo una tesi e stavo giusto chiedendomi come tradurre "dead" se non con l'espressione morto, che ovviamente non rende affatto l'idea. Peccato però che non offri un'alternativa. "Passato" non è male, ma mi sembra azzardato, per non parlare di espressioni come "cristallizato" che sarebbero perfette ma non rintracciabili nel testo originale, se non vado errato.

Filologia a parte, lavoro astratto e lavoro morto son due cose diverse. Il lavoro astratto è la dimensione omogenea del lavoro come attività umana di trasformazione della natura attraverso la tecnica, lavoro in generale, metro di misura e paragone tra i tanti lavori specifici, qualitativamente diversi a causa delle specifiche abilità richieste. Marx ipotizza che, attaverso alcune ipotesi di lavoro (tipo la riduzione di lavoro composto a lavoro semplice attraverso la postulazione di un coefficiente a rappresentare la specializzazione del lavoro), tutti i lavori qualitativamente differenti possano essere ridotti al terreno del lavoro astratto, e quindi misurati quantitativamente, attraverso una teoria della misurazione di questa base comune del lavoro, che è la teoria del valore. Il lavoro astratto è il ponte tra l'apparente incomparabilità di tutti i lavori esistenti sulla terra e la teoria del valore.


"Lavoro morto" invece è un'espressione che Marx utilizza per evidenziare la proprietà del valore di condensarsi all'interno delle merci, in particolar modo in riferimento a quelle durevoli, come il capitale fisso (macchine, impianti produttivi, infrastrutture fisiche e sociali, investimenti di lungo periodo) e il fondo di consumo (abitazioni, beni durevoli). Questo è importante per ricordarsi che il valore delle merci è un fatto sociale, e il mutamento delle condizioni di produzione e circolazione che sostengono il valore può portare una merce o un investimento che oggi vale 100 a valere 0 dopodomani, senza che la natura fisica e tangibile sia cambiata. Questo comunque è solo un esempio. Spero di esserti stato d'aiuto.

patello

luca ha detto...

caro patello, grazie per il commento e sulla precisazione sul lavoro astratto... anche se questo post risale ad una vita fa.

alternative non ne posso proprio offrire perchè leggere cose colte è il mio hobby. in questo caso mi piaceva l'idea di legare l'idea del lavoro morto con quella di beetlejuice, morto eppure così attivo.