Il post sul futuro di Kilombo, metapostato ieri da tanti kilombisti, ha generato qualche apprensione e le dimissioni di addirittura due redattori. Cerco qui di fare un po' di chiarezza sull'iniziativa e svelare quello che ci sta dietro.
1. Ha generato molte perplessità l'uso dell'espressione "progetto politico". Per chiunque abbia avuto la pazienza di leggersi tutto il documento non dovrebbe essere stato difficile capire che il progetto politico in questione è mantenere un vivo e fruttuoso dialogo tra bloggers che si sentono di sinistra. Nulla di nuovo, in realtà. Una ennesima riformulazione della Carta di Kilombo.
2. Il documento nasce dopo un intenso carteggio tra un gruppo informale di kilombisti a seguito delle votazioni di espulsione per Karletto Marx e Valerio Pieroni. Si constatava che Kilombo stava perdendo il carattere iniziale, "spesso" di aggregatore di sinistra, per trasformarsi in un aggregatore "leggero", dove la libertà dei contenuti fa premio sulla coerenza ideologica. Questa nuova impostazione "leggera" è stata decisa dal collettivo attraverso le due votazioni e sotto molti aspetti funziona. Non so voi, ma per il mio blog tra il 30 e il 40% del traffico proviene da Kilombo.
Non è nelle intenzioni di nessuno degli autori de "Il futuro di Kilombo" cambiare nulla del kilombo.org attuale.
3. Sebbene l'aggregatore "leggero" e "veloce" va bene così, a noi non basta. Non ci accontentiamo, siamo ingordi e vogliamo qualcosa di aggiuntivo, qualcosa in più. Le ragioni di questa nostro ingordigia sono, da un lato creare uno spazio di dialogo riflessivo, lento, meditato, di qualità, dall'altra prevenire che il giorno in cui salta il governo salti pure Kilombo. Ci siamo allora chiesti quali fossero gli strumenti per ottenere i nostri obiettivi e abbiamo scoperto che c'erano già, frutto di lunghe consultazioni e democratiche liberazioni: kilomboslow e l'associazione.
4. Sull'associazione possiamo fare poco al momento, mentre kilomboslow lo possiamo fare subito. Ci siamo letti attentamente le regole decise dal collettivo, abbiamo visto se c'erano tra di noi dei volontari e abbiamo verificato se c'era bisogno del consenso della redazione. Il comitato editoriale è formato da chiunque ne voglia far parte, fino ad un massimo di 6, per un periodo massimo di 6 mesi e indipendente dalla redazione. Abbiamo aspettato abbastanza e siamo partiti.
5. Il fatto che alcuni bloggers, nella fattispecie, Valerio Pieroni e Korvo Rosso, non condividano il nostro documento non può che farmi piacere. Non perchè li abbia in particolare antipatia (tutt'altro!), ma perchè hanno coerentemente e costantemente sostenuto un'idea di Kilombo altra rispetto a quella che abbiamo prospettato noi e cioè che in Kilombo è importante parlare, magari pure urlare, ma sforzarsi di ascoltare, riconoscersi e legittimarsi vicendevolmente cioè, è un optional. Per loro, come detto, non cambia nulla. Noi oltre alla playstation 1 vogliamo anche la playstation 2. Perchè non farci giocare?